Assenteismo: sono 29 i dipendenti della ex provincia Regionale di Siracusa oggi Libero Consorzio che stanno ricevendo altrettanti avvisi di conclusione delle indagini notificati dalla Guardia di Finanza nell’ambito di una lunga e complessa operazione anti assenteismo.

24 pattuglie stanno raggiungendo i 29 indagati in svariate località della Provincia di Siracusa. L’operazione, denominata ‘Quo vado’, avrebbe accertato come, approfittando della trasformazione delle ex Province in Liberi Consorzi e di una incerta assegnazione di compiti e competenze, i dipendenti in questione abbiano ripetutamente abbandonato il loro posto di lavoro per recarsi in località anche lontane da quelle assegnate per l’attività di servizio sul territorio.

I movimenti dei dipendenti sarebbero stati documentati e poi confrontati con i fogli di presenza e timbratura sequestrato dai Finanziarie negli uffici competenti

Le indagini coordinate dal procuratore Francesco Paolo Giordano, e dirette dal sostituto Antonio Nicastro, hanno consentito di contestare le ipotesi di truffa aggravata e di false attestazioni o certificazioni nell’utilizzo del badge da parte di dipendenti pubblici. I dipendenti del Libero consorzio comunale, anche con la complicità di altri colleghi, si assentavano ingiustificatamente dal posto di lavoro, facendo risultare la presenza per l’intero turno previsto.

Le microtelecamere installate nel perimetro di alcune sedi di servizio, hanno consentito di rilevare che durante lo svolgimento del proprio turno lavorativo, uscivano dalle strutture senza giustificato motivo: tra questi, la maggior parte erano deputati a mansioni d’ufficio, attività per le quali era esclusa l’attività in servizio esterno. Nel complesso gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno visualizzato 6.800 ore effettive di video-registrazioni. I finanzieri hanno svolto ulteriori attività di riscontro, quali pedinamenti ed osservazione, con l’ausilio di gps posizionati sulle autovetture degli indagati: i dipendenti monitorati si dedicavano a shopping per le vie di Ortigia e in centri commerciali, nei mercatini rionali, a visite mediche presso strutture sanitarie pubbliche e due private, a lavori di giardinaggio per conto di privati, e, spesso, venivano video ripresi presso le proprie abitazioni durante il turno di lavoro.

Le assenze quantificate ammontano a circa 1.114 ore a fronte di 2.538 di servizio programmate nei 137 giorni di durata degli accertamenti: assenze minime del 12,5% e massime del 85,5%, con una media del 40%. Le maggiori irregolarità venivano comunque accertate presso la sede di via Roma, nei confronti della quasi totalità degli addetti agli “spazi espositivi”, circa 16. L’utilizzo del registro cartaceo consentiva al dipendente di sottrarsi arbitrariamente all’orario di servizio, anche per l’intero turno, avendo assicurata, in ogni modo, la possibilità di operare successivamente (il più delle volte ciò avveniva il giorno dopo) “gli aggiustamenti” necessari per far invece risultare la propria presenza in ufficio nel turno di lavoro svolto.

La conseguenza è stata un’alta percentuale di assenza ingiustificata, come ovviamente prevedibile, fino all’85% in un mese lavorativo. Afferma il procuratore Giordano: “Prosegue con determinazione, da parte della Procura della Repubblica e in questo caso della Guardia di Finanza, l’attività di controllo della legalità nella pubblica amministrazione e quando c’e’ impegno e sinergia, i risultati arrivano. I presunti dipendenti infedeli saranno deferiti all’amministrazione di appartenenza per i profili disciplinari, ivi compreso il possibile licenziamento. Il procedimento di indagini ha messo in rilievo anche l’assenza completa di controlli interni”.

br