• Secondo la Procura generale di Catania, la denuncia di scomparsa tardiva ha allungato i tempi per le ricerche
  • Fin da subito i sospetti si sono posati su Giampiero Riccioli
  • Sarà compiuto il test del Dna sui resti umani

“Le indagini sulla scomparsa dei badanti sono state avviate tardivamente, in quanto solo il 16 gennaio 2015 era stata formalmente denunciata, presso il commissariato di Polizia di Aversa, la scomparsa dei due giovani da parte dei familiari”.

 

I magistrati di Catania

E’ quanto sostenuto dai magistrati catanesi, il Procuratore generale di Catania Roberto Saieva e la pm Rosa Miriam Cantone in relazione alle indagini  sulla scomparsa di Alessandro Sabatino e Luigi Cerreto, i due badanti campani di cui si sono perse le tracce dal maggio del 2014, per cui è stato emesso un provvedimento di fermo nei confronti di Giampiero Riccioli, 50 anni, siracusano che risponde di   omicidio e soppressione di cadavere.

I sospetti

Fin dal primo momento, quando a guidare l’inchiesta era l’ex pm di Siracusa, Antonio Nicastro, le indagini si erano orientate sull’indagato, un ristoratore,  nella cui villetta, in contrada Tivoli, dove sono stati trovati dei resti umani, alloggiavano le due vittime, che avevano accettato l’offerta di lavoro come badanti del padre del cinquantenne. Secondo gli inquirenti, ci sarebbe stato uno scontro tra le parti, in particolare i due campani avrebbero accusato Riccioli di maltrattamenti al proprio padre.

La versione dell’indagato

“Riccioli – spiegano i due magistrati – non aveva fornito una versione attendibile in ordine alle circostanze della loro partenza e che era da considerare provata l’esistenza di suoi sentimenti di ostilità nei confronti degli scomparsi”. Inoltre, “ fin dalla prima fase delle indagini era stata formulata l’ipotesi che Alessandro Sabatino e Luigi Cerreto – fanno sapere i magistrati della Procura generale di Catania –  fossero rimasti vittima di un omicidio consumato in Siracusa, non potendosi ritenere credibile l’ipotesi alternativa di un loro allontanamento volontario, posto che in data 12 maggio 2014 avevano interrotto ogni comunicazione telefonica, non avevano avuto più alcun contatto con i loro familiari, non erano stati segnalati in alcun luogo”.

La svolta

Nonostante le ricerche, non sono state mai trovate tracce delle due vittime, da qui la decisione del pm di Siracusa di chiedere l’archiviazione del procedimento. Sulla scorta delle pressioni dei parenti delle vittime, la Procura generale di Catania ha avocato nel settembre del 2020 le indagini, condotte dalla Squadra mobile, al comando del dirigente Gabriele Presti. “Si è determinato – spiegano i magistrati – di procedere ad ulteriori e più approfondite ricerche nell’immobile sito nella contrada Tivoli di Siracusa ancora in proprietà dell’indagato e nei fondi limitrofi. Le ricerche hanno consentito di individuare i resti di due persone sepolte nel terreno di pertinenza della villetta di Giampiero Ricciolo, la stessa nella quale i due giovani soggiornavano al momento della loro scomparsa”. Sui resti umani, custoditi nell’obitorio di Catania, sono in corso i necessari accertamenti medico-legali mentre l’indagato si trova in carcere.