La Guardia di finanza di Siracusa sta eseguendo 4 arresti nell’ambito dell’operazione Black Trash per sfruttamento di manodopera, indebite percezioni di finanziamenti pubblici e corruzione. Nel mirino c’è un’azienda di rifiuti del Siracusano finita nei mesi scorsi sotto la lente di ingrandimento della Procura di Siracusa che ha coordinato le indagini, capace di avvalersi degli accertamenti contabili da parte delle Fiamme gialle. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nelle prossime ore al comando provinciale della Guardia di finanza di Siracusa. Nelle settimane scorse, gli stessi militari hanno concluso un’indagine, denominata Gold Trash, che ha travolto l’Igm, una azienda di rifiuti capace per decenni di gestire il servizio di raccolta dei rifiuti a Siracusa.

In questo caso si tratta di un presunto caso di bancarotta fraudolenta commessa da alcune società riconducibili al gruppo imprenditoriale Quercioli. Le frodi hanno anche portato al fallimento di 3 società, la Gestioni patrimoniali srl, la So.Si.Se. srl e la Cg Ambiente srl. Le indagini sono partite principalmente dall’esame della contabilità di diverse imprese che, secondo la Finanza, versavano in una situazione di sostanziale dissesto. Si è scoperto un sistema di scatole vuote  “che, in modo programmato, ha “assorbito”, non onorandolo, il carico fiscale e contributivo dell’attività nel suo complesso; tutto questo grazie alla compiacenza di persone con precisi ruoli e di uno staff tecnico, formato da commercialisti, nonché da “prestanomi”, tra cui un avvocato, regolarmente stipendiati dal gruppo” spiegano gli inquirenti.

Ma si è difesa dalle accuse della Procura la famiglia Quercioli: Giulio Quercioli, nel corso dell’interrogatorio di stamane, ha chiarito alcuni profili della sua situazione mentre si sono dichiarati estranei ai fatti Diego e Antonio Quercioli, difesi dall’avvocato Luigi Latino che rappresenta anche Giulio Quercioli.

 

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