Si sono seduti, tenendosi e debita distanza ed indossando la mascherina, in piazza Duomo, nel cuore di Ortigia, il centro storico di Siracusa, per manifestare, così come in altre 23 piazze italiane, contro il Dpcm del Governo nazionale. Protagonisti del sit-in ristoratori e gestori di bar, insomma tutti gli operatori del settore della somministrazione, azzoppati dal semi lockdown, ed insieme a loro c’era la Confcommercio, che ha inviato una lettera al prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto.

“Siamo a terra: comprendiamo e siamo responsabili – spiega il presidente di Confcommercio Siracusa, Elio Piscitello –  di fronte ad una tragica emergenza sanitaria, subiamo però da mesi la sconfortante definizione di attività “non essenziali” ogni volta in cui la situazione si complica. Eppure, tutte le attività economiche sono essenziali quando producono reddito, occupazione, servizi. E tutte le attività sono sicure se garantiscono le giuste regole e attuano i protocolli sanitari assegnati. , con i nostri bilanci e i conti da far tornare a fine serata”.

“A quasi otto mesi dal primo lockdown – non veniamo – spiega il presidente di Confcommercio Siracusa, Elio Piscitello – considerati alleati dell’ordine pubblico e non vediamo riconosciuto il nostro valore sociale, ma ci sentiamo usati ancora una volta come capro espiatorio di socialità per controlli che mancano e misure di organizzazione che fanno difetto. Ci sfibra l’incertezza e ci demotiva l’instabilità, in un’insensata gara all’untore, e allora lo vogliamo dire con forza. , accollandoci spesso costi importanti e responsabilità spinose. Non siamo noi i responsabili della curva dei contagi “.

Gli operatori economici chiedono aiuti concreti: “Il Governo, ancora nella giornata di ieri, ha preso provvedimenti per garantire ristori ad indennizzo – spiega il presidente di Confcommercio Siracusa, Elio Piscitello – delle perdite di fatturato. Non vogliamo essere disfattisti, apprezziamo gli impegni espressi, ma dopo mesi di burocrazia esigiamo che arrivino non presto, ma subito. E speriamo che arrivino accompagnati da interventi di mitigazione dei costi a partire da interventi sulle locazioni, dal prolungamento degli ammortizzatori sociali e dalla cancellazione di impegni fiscali e sulle moratorie dei pagamenti. Gli indennizzi al settore sono un atto dovuto, non una misura compensativa: nulla può compensare la negazione del diritto al lavoro”.

 

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