Un altro incendio è scoppiato a Siracusa ed ancora una volta si tratta di una intimidazione. Questa volta, le fiamme non hanno danneggiato una macchina, come spesso è capitato nelle ultime settimane, ma la porta di ingresso di uno studio professionale, situato in una palazzina, in via Tisia, nella zona di viale Zecchino. Una chiara intimidazione su cui sono al lavoro gli agenti della Squadra mobile al comando del dirigente Gabriele Presti mentre i vigili del fuoco del comando provinciale, che hanno spento il rogo, stanno compiendo alcuni rilievi per avere altre indicazioni sulle modalità con cui sono state appiccate le fiamme. Gli inquirenti sono in cerca di qualche telecamera di sicurezza che potrebbe aver ripreso gli autori di questa nuova intimidazione, d’altra parte si tratta di una zona ad alta densità commerciale, anzi è tra le aree della città più importanti sotto questo aspetto.
Sono stati i residenti della palazzina a chiedere l’intervento dei pompieri che poco dopo sono riusciti a contenere il rogo e nei minuti successivi sono arrivati gli agenti della Squadra mobile. Non si ferma, dunque, la striscia di intimidazioni con il fuoco a Siracusa al punto da indurre il prefetto di Siracusa a convocare il Comitato per l’ordine e la sicurezza ed una parlamentare di Fratelli di Italia a presentare una interrogazione parlamentare al Governo nazionale. Nella tarda serata di ieri, nell’auto, una Alfa 147, in cui viaggiava un giovane di 27 anni, originario del Marocco, la polizia ha fatto una scoperta interessante: due contenitori di plastica con residui di benzina. Per il momento, non ci sono elementi per legare il ventisettenne ai quei fatti ma le indagini sono in corso. In quella macchina, gli agenti delle Volanti hanno rinvenuto anche tre cartucce, di un coltello di 15 centimetri ed un altro di 19, di un bastone di 60 centimetri: il nordafricano è stato denunciato per detenzione di oggetti atti ad offendere e porto abusivo di munizionamento mentre la macchina già sottoposta a sequestro amministrativo, è stata sequestrata ai fini della confisca.
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