È partito il corteo a Siracusa legato allo sciopero nazionale indetto da Uil e Cgil. Migliaia le persone, circa 6 mila, tra cui lavoratori, pensionati e studenti, che si sono messe in marcia da piazzale Marconi per raggiungere piazza Archimede dove si concluderà la manifestazione.

“Non c’è una sola ragione per cui oggi non si debba scioperare” ha detto il segretario della Cgil Siracusa, Roberto Alosi. “La politica economica di questa finanziaria ha un tratto – ha detto Alosi – antimeridionalista, non ci sono risorse per la sanità, non ci sono risorse per le pensioni, si allarga il precariato, si mortifica l’istruzione: non c’è un futuro per i giovani. Questa è una terra che dice basta e non si fermerà. Noi mettiamo al centro la dignità delle persone, i salari, la fiducia e la libertà che qualcuno prova ad imbavagliare”.

Classi sociali povere penalizzate

Salari bassi, sicurezza nel lavoro precaria e perdita del potere di acquisto. Sono le criticità indicate dal segretario nazionale della Uil, Pierlpaolo Bombardieri, nel corso dello sciopero. “C’è un tema che riguarda i salari, i lavoratori dipendenti, i pensionati – ha aggiunto -. C’è una perdita del potere di acquisto di oltre il 15%: chiediamo che il governo si preoccupi intanto di far recuperare il potere di acquisto alle tante persone che non arrivano alla fine del mese. Poi c’è un tema che riguarda il lavoro e la sicurezza: si continua a morire”.

Il segretario nazionale della Uil parla di classi sociali più povere e del Mezzogiorno in particolare, penalizzate. “Le tasse le pagano – dice Bombardieri – sempre gli stessi e c’è un tema che riguarda le pensioni. Il grande bluff di questa manovra. Ci sono anche le politiche del Mezzogiorno che sono state dimenticate. Come si rilancia l’occupazione in Sicilia e nel Mezzogiorno tenuto conto che oggi c’è una parità tra i pensionati e lavoratori? Come si riesce ad arginare il fenomeno dei ragazzi che si preparano per andare via a lavorare da un’altra parte. Alle motivazioni nazionali oggi ci sono motivazioni forti che riguardano il mezzogiorno la necessità di garantire a questa terra questi cittadini pari dignità rispetto a tutti gli altri”.

“C’è democrazia in questo paese?”

Il numero uno della Uil ha poi lanciato una battuta: “Spero che in questo paese ci sia ancora lo spazio democratico di dire non siamo d’accordo”. Parole dette rispondendo ad una domanda sull’opportunità dello sciopero.

“La Costituzione prevede la possibilità – ha evidenziato – dello sciopero e invece c’è una polemica se lo sciopero è utile o inutile. C’è tanta gente che non arriva alla fine del mese, tanti pensionati che sono lasciati da soli. Tanti giovani che da queste terre dopo essersi preparati emigrano da altre parti. Allora la piazza, per noi è strumento di democrazia. Non rispondiamo alle polemiche sui numeri e sulle altre cose: c’è ancora spazio in questo paese per la rappresentanza democratica di un pensiero che non sia completamente allineato. In questo paese c’è il pluralismo sindacale sì, ci sono sensibilità e storie diverse per fortuna, non c’è un sindacato unico. Quindi  rispetto per chi fa scelte diverse ma lo stesso rispetto per i lavoratori e lavoratrici che stanno in piazza oggi”.

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