Il suo legale era riuscito a convincere il gup del tribunale di Catania a disporre il suo trasferimento dal carcere alla sua abitazione, ai domiciliari, ma nei confronti di Sebastiano Amore,  38 anni, è arrivata una nuova ordinanza di arresto per un suo coinvolgimento nell’inchiesta dei carabinieri denominata “Tà-Tà” su un presunto traffico di droga tra Avola e Pachino. E così, il detenuto è stato costretto a restare nella sua cella, nel penitenziario di Cavadonna, la stessa struttura dove si è verificata nelle settimane scorse una rivolta.

L’uomo, difeso dall’avvocato Natale Vaccarisi, era stato arrestato nell’operazione antimafia Eclipse insieme ad altre 13 persone, a vario titolo accusate di estorsioni, traffico di droga ed armi sotto la tutela del clan Crapula di Avola. Questa inchiesta nacquwe nel febbraio del 2017 dopo l’esplosione di alcuni colpi di pistola contro un cantiere edile di Avola per la costruzione di una clinica privata. Nei giorni scorsi, però, si è abbattuta un’altra tegola giudiziaria sul trentottenne: il gip del tribunale di Siracusa ha, infatti, emesso sette ordinanze cautelari, nell’ambito dell’operazione “Tà-Tà” ed una di queste ha raggiunto Sebastiano Amore.

Le indagini, coordinate dai magistrati della Procura di Siracusa, Fabio Scavone e Gaetano Bono, hanno avuto inizio nel mese di marzo del 2017, dopo l’arresto dei due fratelli di Pachino, Gianluca e Giuseppe Nevola,  che,  secondo gli inquirenti, erano a capo del traffico di droga tra Pachino ed Avola. In particolare,è emerso che i fratelli Nevola, all’epoca dei fatti agli arresti domiciliari, avrebbero approfittato delle autorizzazioni per recarsi al Sert di Noto, o di altri permessi loro accordati dal tribunale per esigenze di vario genere, per incontrare i loro fornitori e reperire lo stupefacente che poi veniva spacciato.

“Adesso si attenderà l’esito delle istanze difensive per permettere ad Amore di lasciare il carcere di Siracusa e potersi recare presso la propria abitazione” spiega l’avvocato Natale Vaccarisi.