- E’ operativo il protocollo contro il caporalato nel Siracusano
- Sottoscritto in Prefettura da imprese e sindacati
- Si pone l’obiettivo anche di evitare le baraccopoli
E’ operativo il protocollo di intesa sulla lotta al caporalato nel Siracusano sottoscritto in Prefettura dalle associazioni datoriali e dai dai sindacati.
Il documento
Il prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto, ha trasmesso il documento ai sindaci, al Centro per l’impiego, all’Ispettorato del lavoro ed all’Inps, e si pone l’obiettivo di chiudere tutte le maglie non solo per la tutela dei migranti ma anche per evitare la realizzazione di baraccopoli, che, per anni, sono sorte, soprattutto nella zona di Cassibile, dove, nelle settimane scorse, è stato inaugurato l’ostello per i migranti, capace di ospitare circa 80 persone.
No a baraccopoli ed al caporalato
“Il protocollo prevede che i firmatari, nell’ambito delle rispettive competenze e nel rispetto delle disposizioni di legge, si impegnino – si legge nel documento diffuso dalla Prefettura di Siracusa – ad assicurare una idonea sistemazione alloggiativa ai lavoratori, scongiurando così l’insorgere di baraccopoli ed insediamenti spontanei, ad avviare una banca dati per l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro prevenendo il caporalato e lo sfruttamento lavorativo, a contrastare i rapporti fittizi di lavoro nel settore agricolo”.
Ostello a Cassibile
Il campo di Cassibile, appena inaugurato è stato finanziato con i fondi del ministero dell’Interno per un importo di 240 mila euro. Si tratta del primo in Sicilia ma la Regione ha assicurato che ne saranno realizzati altri in diverse province.
L’ostello, oltre agli alloggi ed ai servizi igienici, ha anche uno sportello Salute che vedrà la collaborazione dell’Asp di Siracusa e dell’Ifo, istituti fisioterapici ospitalieri, e di Irccs (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) di Roma. L’intesa si pone l’obiettivo della prevenzione, la diagnosi e la cura delle patologie dermatologiche e sessualmente trasmissibili della popolazione immigrata, garantendo in primo luogo la prevenzione nella diffusione del Covid19.
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