• Ormai finiti i lavori per il villaggio per i braccianti agricoli stranieri
  • Lo ha annunciato il sindaco di Siracusa
  • In futuro sarà un ostello per ospitare migranti

È ormai pronto il villaggio per braccianti agricoli stranieri in contrada Palazzo, a Cassibile, a sud di Siracusa. La struttura, che conterrà poco meno di 100 persone, è stata realizzata dal Comune di Siracusa con un contributo di circa 250 mila euro del ministero dell’Interno, ma, al tempo stesso, è al centro di una protesta da parte di un Comitato contrario all’opera.

Sabato l’apertura

“Il sito da subito ospiterà un’ottantina di stagionali e non sarà interamente a carico della collettività. Ai costi contribuirà anche l’Ebat, l’ente bilaterale che raggruppa le tre principali organizzazioni datoriali e i sindacati confederali di categoria, oppure direttamente i lavoratori immigrati” spiegano il sindaco Francesco Italia e l’assessore alle Politiche sociali, Rita Gentile.

Assistenza sanitaria e trasporto

Secondo quanto fanno sapere il sindaco e l’assessore, “sarà garantita l’assistenza sanitaria e di trasporto”.

Sarà un ostello per migranti

Inoltre, “abbiamo appreso in questi giorni che è stata accolta la nostra proposta di ampliamento della struttura di
Cassibile, che in un futuro prossimo avrà le caratteristiche di un vero e proprio “ostello” a pagamento, dove i lavoratori immigrati stagionali potranno trovare un luogo ove risiedere e fruire di tutti i necessari servizi” dicono il sindaco Francesco Italia e l’assessore alle Politiche sociali, Rita Gentile.

Sito di Protezione civile

L’amministrazione comunale ha anche spiegato che “al contempo, questo stesso sito rappresenterà per il territorio una preziosa infrastruttura di emergenza a disposizione della Protezione civile in caso di eventi emergenziali che si potrebbero verificare”.

I contrari al villaggio

Nelle settimane scorse, il Comitato No Villaggio ha organizzato delle iniziative per dire di no alla struttura ed aveva anche fatto sapere di avere presentato un esposto in Procura in quanto quell’area dove è stata realizzata l’opera avrebbe un’altra destinazione d’uso.

 

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