- Ci sono le dichiarazioni di un pentito sul traffico di droga gestito da due gruppi
- Il neo collaboratore di giustizia Cesco Capodieci ha svelato tutto ai magistrati
- Si tratta dell’inchiesta Demetra, conclusa un anno fa con 27 arresti
Ci sono le dichiarazioni del neo collaboratore di giustizia, Francesco “Cesco” Capodieci, nel fascicolo della Procura distrettuale antimafia di Catania sul traffico di droga e le estorsioni nell’inchiesta Demetra, culminata lo scorso anno con l’arresto di 27 persone, facenti parte di due gruppi, quello di via Italia 103, l’altro di via Immordini.
La Dda
I magistrati della Dda di Catania avrebbero dovuto formalizzare le richieste di rinvio a giudizio per gli indagati ma dopo le decisione di Capodieci, ex boss del Bronx, di abbandonare la criminalità organizzata, gli inquirenti si sono presi del tempo per raccogliere la sua testimonianza sulla composizione dei gruppi che gestiscono il traffico degli stupefacenti e le estorsioni. E le sue dichiarazioni avrebbero rafforzato il quadro accusatorio, consentendo, così ai magistrati di avere più carte in sede processuale.
Il traffico di droga
L’inchiesta, coordinata dai magistrati della Dda di Catania, ha focalizzato l’attività illecita di due gruppi criminali dal 2016 al 2019 che avrebbero gestito due piazze, quella di via Italia 103 e di via Immordini, nella zona nord di Siracusa.
Gli spot sui social
Gli indagati avrebbero realizzato dei video pubblicati su Facebook con la frase “veniteci a trovare” rivolta ai consumatori di droga.
Gli autori dello spot sono gli appartenenti al gruppo di via Immordini che, per attirare l’attenzione dei clienti, avevano inserito nel filmato la Statua della libertà che imbraccia un fucile mitragliatore al posto della fiaccola mentre l’altro sodalizio, il gruppo di via Italia, aveva scelto Pablo Escobar come testimonial.
In particolare, nel video promozionale di quest’ultima banda, si sentiva la musica della nota serie televisiva sul narcotrafficante colombiano tra le immagini ritraenti tantissime banconote di vario taglio adagiate in modo disordinato su un tavolo.
Le estorsioni
Nel corso delle indagini, gli agenti di polizia ed i carabinieri, hanno svelato che il gruppo di via Italia aveva imposto il pizzo ai commercianti ambulanti che, ogni mercoledì, partecipano alla fiera settimanale in piazza San Metodio, usata dalla banda per lo spaccio.
Secondo i magistrati della Dda di Catania, quei soldi spillati alle vittime servivano per compensare i mancati guadagni della droga, in sostanza si sarebbe trattato di “un risarcimento”.
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