Sono sotto sotto processo, con l’accusa di minacce ed ingiurie aggravate dal metodo mafioso, ai danni di un imprenditore siracusano, Bruno Piazzese, ex titolare di un noto pub di Ortigia, incendiato diverse volte, uomo simbolo dell’antiracket che da circa 16 anni vive sotto scorta. Alla sbarra, in Corte di Assise, al palazzo di giustizia di Siracusa, sono Sebastiano Miano, 52 anni, e Massimiliano Listo, 35 anni,  entrambi difesi dall’avvocato Junio Celesti.

La vicenda trae origine  da un incontro tra i tre avvenuto casualmente in bar di Siracusa, nell’ottobre del 2017, a due passi dal Santuario della Madonna delle Lacrime. Ci sarebbe stato uno scambio di sguardi e poi di battute tra Miano e Piazzese, che si conoscono per questioni professionali visto che il primo lavora come addetto alla sicurezza nei locali. Da lì a poco la tensione sarebbe salita alle stelle e nella discussione sarebbe stato risucchiato Listo. Secondo la ricostruzione della Dda, i due avrebbero minacciato l’imprenditore che, a quel punto, decise di presentare una denuncia.

Bruno Piazzese è sotto scorta dopo il primo attentato al suo locale, l’Irish pub, avvenuto il 19 marzo del 2002. Le sue denunce gli consentirono di accedere ai fondi per le vittime del racket delle estorsioni e con quei soldi riuscì a  rimettere in piedi la sua attività commerciale: la riapertura avvenne a 9 mesi dall’intimidazione. Ma nell’agosto del 2003, l’Irish pub, fu devastato da un altro rogo, dopo le prime condanne in tribunale dei presunti estorsori. L’anno successivo, Bruno Piazzese, per via della sua strenua lotta a Cosa Nostra, si mise alla guida delle associazioni antiracket della provincia di Siracusa. Nel corso degli anni, si è reso promotore di campagne  per sensibilizzare i commercianti e gli imprenditori vittime del pizzo a denunciare ma alla fine del 2004, dopo l’ennesima riapertura del suo locale, un altro incendio divorò la sua attività. E sarà proprio lui ad essere chiamato a testimoniare nella prossima udienza.