Gaetano Bono, 39 anni, originario di Avola, nel Siracusano, è il nuovo sostituto procuratore della Procura generale di Caltanissetta. Dopo 5 anni lascia il palazzo di giustizia di Siracusa e nei giorni scorsi, proprio in Tribunale, ha salutato i colleghi, tutto il personale giudiziario ed i rappresentanti delle forze dell’ordine.

I traffici di droga

Il pm Bono si è occupato di numerose inchieste giudiziarie, tra cui quelle legate al traffico di droga in tutta la provincia. “Siamo riusciti a sequestrare ingenti partite di stupefacenti, tra cui il crack, che ha una spiccata pericolosità per l’incolumità degli assuntori” spiega a BlogSicilia il magistrato siracusano.

Il caso Astrazeneca

Tra le inchieste del pm che hanno avuto un clamore mediatico c’è certamente quella sulla morte di Stefano Paternò, il militare in servizio alla Marina militare di Augusta deceduto il 9 marzo del 2021 nella sua abitazione, a Paternò, nelle ore successive alla somministrazione di una dose del vaccino AstraZeneca.

Tra gli indagati anche l’ad del colosso farmaceutico, la cui posizione è stata archiviata. Al termine degli accertamenti dei consulenti, si è poi scoperto che il militare, prima di sottoporsi al vaccino, aveva contratto il Covid19, per cui il decesso era “ascrivibile alla sua risposta individuale al vaccino, in virtù della concomitanza con la pregressa infezione da SARS-Cov2, decorsa del tutto asintomatica”.

Gli omicidi

Il magistrato ha anche coordinato le indagini su alcuni efferati omicidi. Tra i più cruenti quello avvenuto nel dicembre del 2016 a Priolo con la morte di un un ragazzo, Alessio Boscarino, ucciso a colpi d’arma da fuoco per un regolamento di conti nell’ambito della gestione di un traffico di droga.

I tre imputati sono stati condannati all’ergastolo in Appello. Il pm Bono si è anche occupato di un cold case, legato alla scomparsa di Emanuele Nastasi, 34 anni, pachinese, ucciso, secondo la Procura, per un debito di droga di soli 80 euro. In primo grado, l’unico imputato ha rimediato 20 anni di carcere.

Gli incendi boschivi

Tra le ultime attività, c’è quella legata agli incendi dolosi degli ultimi anni che hanno colpito alcune zone naturalistiche come Avola antica. Nel registro degli indagati sono stati iscritti  cinque i presunti responsabili: tre avolesi di 44, 58 e 83 anni, dediti alla pastorizia ed un 38enne  interessato alla gestione di un parcheggio privato per i turisti, tutti accusati di incendio doloso boschivo aggravato. Nel lavoro del magistrato, ci sono diverse inchieste legate ai reati finanziari.