“Il Distretto sanitario di Noto si è prontamente attivato per risolvere il problema ed erogare l’assistenza anche attraverso altre associazioni già in convenzione con l’Asp per l’assistenza domiciliare”. Lo afferma la direzione dell’Asp in merito alla denuncia della famiglia del 56enne di Avola, malato grave, sulla carenza del servizio di assistenza domiciliare in quanto la cooperativa assegnata alle cure del paziente non dispone di un numero sufficiente di infermieri.

“In atto la cooperativa affidataria del servizio si è appreso che sta avendo difficoltà ad erogare le prestazioni cosi come previste per carenza di infermieri” conferma il direttore del Distretto sanitario di Noto Giuseppe Consiglio.

Quello del 56enne di Avola non è solo l’unico caso di assistenza domiciliare a singhiozzo: a questo si aggiunge, infatti, la storia di Sergio  Parentignoti, 15 anni, di Noto, segnalata, nei giorni scorsi da un sindacato, la segreteria provinciale degli Autonomi di Polizia Siracusa che ha scritto al Presidente della Regione, Nello Musumeci, ed all’assessore alla Sanità, Ruggero Razza.

Il minore è vittima di una grave patologia sofferta sin dalla nascita, peggiorata nel tempo con una preoccupante insufficienza respiratoria cronica che lo ha portato ad essere tracheostomizzato e legato a tempo indeterminato ad ossigenoterapia con ventilazione meccanica invasiva, assistenza meccanica alla tosse ed alimentazione enterale attraverso PEG (Gastronomia Endoscopica Percutanea). “Purtroppo però, sembra di trovarsi con un copione già letto: la cooperativa aggiudicataria non ha personale a sufficienza per poter garantire il servizio a tutti i pazienti individuati” scrivono i sindacati.

Su questa vicenda l’Asp ha replicato. “L’Asp di Siracusa ha intrapreso – afferma il direttore del Distretto sanitario di Noto Giuseppe Consiglio – contatti con Associazioni già in convenzione per altri servizi domiciliari per implementare interventi integrativi a favore del giovane Sergio Parentignoti, finalizzati a rimuovere le criticità lamentate che sono state determinate dalla carenza di personale infermieristico cui è andata incontro anche l’Associazione affidataria del servizio a causa dell’emergenza coronavirus.”.