• Caso di morte apparente all’ospedale Trigona di Noto
  • Una donna sembrava morta in quanto il suo polso non aveva battito e l’elettrocardiogramma era piatto
  • Dopo alcune ore, la paziente si è ripresa
  • Incredulità da parte dei medici che poco prima avevano annunciato ai parenti la morte della congiunta

Ha dell’incredibile la storia di una donna di 73 anni ricoverata all‘ospedale Trigona di Noto. L’anziana era stata ricoverata a causa di alcune patologie, aggravate dalla contrazione del Covid19, ma nelle ore scorse il suo polso, tastato da un medico, era senza battito e l’elettrocardiogramma risultava piatto.

La notizia della morte ai familiari

I parenti sono stati avvertiti del decesso della congiunta, rimasta in una stanza, in attesa di un secondo accertamento così come prevedono le procedure.

La paziente dà segni di vita

Solo che si trattava di una morte apparente, infatti la paziente ha cominciato a prendere colore ed a dare segni di vita: se ne sono accorti i medici rimasti increduli e sono corsi dai parenti per annunciargli che la 73enne era viva.

La sindrome di Lazzaro

I casi di sindrome di Lazzaro non sono eccezionali anche se le cause sono finora sconosciute. Secondo quanto riportato in un’inchiesta giornalistica compiuta dall’AGI, sondaggi svolti in tutto il mondo riportano che tra il 37 e il 50 per cento di anestesisti e rianimatori ha vissuto in prima persona almeno un caso di pazienti che hanno mostrato segni di vita minuti dopo che la rianimazione era stata dichiarata fallita. N

I ricercatori

Nella loro indagine, i ricercatori hanno classificato come sindrome di Lazzaro tutti i casi di pazienti in arresto cardiaco che hanno mostrato un ritorno spontaneo del battito dopo che la rianimazione cardiopolmonare operata da professionisti era stata interrotta. Dei 65 casi presi in esame, un terzo è sopravvissuto e, di queste 22 persone, l’82 per cento (18 pazienti) non ha riportato danni neurologici.

Il protocollo per i medici

Tra i consigli ai medici, quello tenere sotto controlli i pazienti con elettrocardiogramma per almeno dieci minuti dopo l’interruzione della rianimazione. Infatti, nei 63 casi documentati il battito è ricomparso in media entro i cinque minuti e nella maggior parte dei casi entro i dieci minuti.