Per il Pd di Siracusa ci sono lati oscuri sull’uso dei circa 800 milioni di euro del PNRR destinati alla sanità. A cominciare dall’aumento del personale, medici ed infermieri, che è stato, con lo scoppio della pandemia, il tallone di Achille dell’assistenza ai malati.

Le piante organiche

“Grave è il mancato riferimento all’integrazione sociosanitaria, pilastro di qualsivoglia medicina territoriale e l’assenza di concertazione con gli ordini professionali dei medici di medicina generale che sono il puntello fondamentale in particolare delle case di comunità” spiega Marika Cirone Di Marco, ex deputata regionale, esponente di primo piano del Pd di Siracusa.

“Governo Musumeci naviga a vista”

Per il Partito Democratico di Siracusa, i fondi del PNRR rappresentano un’occasione unica per migliorare lo stato della sanità della nostra provincia con particolare riferimento alla medicina territoriale. “Per fare ciò – dichiara Marika Cirone Di Marco – occorre aver ben presente lo stato in cui essa versa, ma purtroppo, il governo regionale, sembra navigare a vista”. È quanto emerso dall’agorà alla quale hanno partecipato esperti di settore, amministratori, medici, l’On. Arancio della Commissione sanità Ars e l’onorevole Lupo,  presidente del gruppo parlamentare PD a Palermo.

Territorio non ascoltato

Per il PD guidato dal segretario Salvo Adorno, una delle lacune principali del governo regionale è stato quello di non avviare consultazioni con i sindaci dei territori, gli ordini professionali dei medici e degli infermieri, le organizzazioni sindacali e quelle del terzo settore, queste ultime completamente tagliate fuori.

“Grave è il mancato riferimento all’integrazione sociosanitaria, pilastro di qualsivoglia medicina territoriale e l’assenza di concertazione con gli ordini professionali dei medici di medicina generale che sono il puntello fondamentale in particolare delle case di comunità” dice Cirone Di Marco.

Tavolo tecnico

Per gli esponenti del Pd, “nasce l’esigenza di un tavolo tecnico che possa, a stretto giro, stilare un documento che evidenzi le carenze del piano regionale e proponga soluzioni immediate capaci di porre rimedio alle differenze territoriali in qualità di standard di servizi sociosanitari e di rimettere al centro della sanità i cittadini”.