Il 26 agosto partirà per il Cammino di Santiago ma se questo sogno si è concretizzato buona parte del merito è dell’equipe del reparto di Cardiologia dell’ospedale Umberto I di Siracusa.

Salvato dai medici di Cardiologia

Prospero Dente, segretario provinciale dell’Assostampa Siracusa, deve la sua vita ai medici che, durante un controllo eseguito nel giugno del 2019, svelarono un problema cardiaco, risolto poi con un intervento chirurgico al Policlinico di San Donato Milanese.

Senza quel “passaggio” in Cardiologia, diretto dal primario Marco Contarini, sarebbe stato tutto diverso per il giornalista, che, però, racconta delle difficoltà su cui è andato a sbattere l’intero reparto, rimasto sguarnito per la carenza di personale medico al Pronto soccorso.

Reparto sguarnito

La penuria di dottori nell’Unità operativa complessa di Cardiologia rischia, infatti, di ripercuotersi sulla vita di altri pazienti che potrebbero avere gli stessi problemi sofferti tre anni fa dal giornalista. Per questo motivo, Prospero Dente ha inviato una lettera al direttore generale dell’Asp di Siracusa, Salvatore Lucio Ficarra ed al direttore sanitario, Salvatore Madonia, per lanciare l’allarme e chiedere maggiore attenzioni verso un reparto così delicato, da cui dipende la vita di un paziente.

Lettera alla direzione dell’Asp

“Il prossimo 26 agosto partirò per il Cammino di Santiago e se oggi sono riuscito a preparare
uno zaino da 40 litri, leggere e studiare cartine e tragitti, indossare scarpe da trekking, lo devo all’Unità operativa complessa di Cardiologia dell’Ospedale “Umberto I” di Siracusa” scrive il giornalista.

“Salvare questo presidio di vita”

“Mi rivolgo, quindi, a Voi perché possiate sempre riuscire a salvaguardare e preservare questo presidio di vita. Non sono un manager della sanità, posso comprendere benissimo le difficoltà a far quadrare conti e personale. Riesco solo a contare i giorni di questa mia nuova vita. Ecco perché ritengo – scrive nella sua lettera, Prospero Dente – una missione unica garantire quell’avamposto di emergenza che si trova al primo piano dell’ala vecchia di via Testaferrata. La politica se ne faccia una ragione e la smetta di giocare a scacchi sul territorio della salute. Non vi invidio. Il personale sempre più ridotto impone scelte razionali. Lo so, ogni reparto è importante perché la sofferenza è di chi entra in ogni singolo reparto dell’ospedale. Ma – da semplice cittadino salvato in emergenza – ritengo che quell’Area interventistica debba essere tutelata e difesa evitando una implosione incontrollabile e spaventosamente rischiosa per la cittadinanza”