Un’interrogazione parlamentare per chiedere le ragioni per cui alle Ong non vengono assegnati porti italiani più vicini alle zone di mare in cui avvengono i salvataggi. L’annuncio è del senatore siracusano del Pd, Antonio Nicita che lancia sospetti sulla strategia del Governo nel pianificare gli approdi per le Ong.

I sospetti del senatore del Pd

“Improvvisamente nelle ultime settimane, i porti sicuri assegnati – sostiene Nicita –  alle Ong sono sempre più a nord: Livorno, Ravenna, Ancona. Puro arbitrio per tenere impegnate nella navigazione le Ong e non farle ritornare a fare altri salvataggi: significa semplicemente aumentare i rischi di chi si trovi in pericolo. Disumano, oltre che in contrasto con gli obblighi dei trattati internazionali che impongono il posto sicuro più idoneo e quindi più vicino. “Chiederemo conto in una interrogazione parlamentare delle evidenze tecniche (banchine disponibili e strumenti e strutture di accoglienza) per le quali non è stato possibile assegnare porti più vicini”.

Sbarchi a Lampedusa

Frattanto, in Sicilia si ripetono gli sbarchi.  Tre nuovi a Lampedusa nelle ore scorse: sono approdati, nella notte, 109 persone. Tutti i barchini sono partiti da Sfax, in Tunisia. A soccorrerli le motovedette della Guardia di finanza e della Capitaneria. Sul primo gommone c’erano 37 migranti (fra cui 5 donne e 2 minori) in fuga da Ciad, Congo, Costa d’Avorio, Guinea e Mali. Sul secondo erano in 33 (8 donne e 3 minori) e sul terzo in 39 (15 donne e 6 minori). Sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove ci sono 996 persone a fronte di 398 posti disponibili. Ieri sono stati trasferiti in 430.

Bimba morta

Aveva un anno e mezzo la bimba morta, di nazionalità ivoriana, annegata ieri ad oltre 30 miglia dalla costa di Lampedusa. La barca di metallo di 7 metri, sulla quale viaggiava con la mamma, si è ribaltata ed è affondata. La madre, in stato di choc, si trova all’hotspot di contrada Imbriacola dove è stato portato anche il fratello dell’uomo che è morto a seguito del naufragio.

In 35 su quella barca

Su quella barca, partita da Sfax alle ore 5 di giovedì, erano complessivamente in 35 originari di Camerun, Costa d’Avorio, Guinea, Sierra Leone e Burkina Faso. Il barchino, uno dei tanti in difficoltà, era stato segnalato, ieri mattina, fuori dalle acque Sar italiane. E’ stata subito dirottata una motovedetta della capitaneria e in volo s’è levato l’elicottero della guardia di finanza. Quando i soccorritori sono giunti all’altezza delle coordinate fornite, non c’era però nessuna “carretta”. Il barchino era già affondato e la bimba oramai morta.