Sale la tensione nel carcere di Augusta per lo scontro aperto tra la direzione del penitenziario ed i sindacati. Al centro della disputa, i turni di lavoro che, secondo il Sippe, sono massacranti: “è sotto gli occhi di tutti che si tratta di orari illegali e rasenterebbero l’abuso” tuona il dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni, autore di una lettera inviata al prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto.
“Al personale di Polizia penitenziaria viene imposto – scrive il dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni, – un servizio che nessun contratto delle forze di polizia prevede, dalle ore 05.50 alle ore 13.45. Oltretutto, un turno che inizia nell’orario notturno. Solo una minima parte delle organizzazioni sindacali e la Direzione hanno previsto questa turnazione senza cercare il massimo consenso e in netta violazione delle leggi e del contratto. Il direttore aveva bloccato questo accordo, forse rendendosi conto degli errori, ma il provveditore, forse spinto da pressioni di altre organizzazioni, ha ordinato di metterlo in atto, creando un grave precedente: attuare qualsiasi accordo senza il consenso massimo di tutte le organizzazioni così come invece è previsto da una delibera della Commissione di Garanzia.. Qualsiasi accordo locale in contrasto con l’Accordo Nazionale è da ritenersi “Tamquam non esset”, si chiede pertanto un suo urgente intervento”.
Il Sippe non esclude azioni legali. “Stiamo altresì valutando, tramite lo studio legale, di inviare – il dirigente nazionale del Sippe, Sebastiano Bongiovanni – gli atti alla competente autorità al fine di individuare eventuali responsabilità sotto il profilo penale e civile”.
Nei giorni scorsi, gli agenti di Polizia penitenziaria hanno sequestrato un telefonino trovato nella cella di un uomo detenuto in una cella del carcere di Augusta. Nella disponibilità di un altro detenuto sono stati rinvenuti degli accessori di un cellulare, quest’ultimo finito nella rete fognaria.Due episodi su cui è stata avviata un’indagine per verificare in che modo questi supporti sono entrati nel penitenziario.
Commenta con Facebook