- L’imputato accoltellò l’ex cognato dopo una lite
- Il gip di Siracusa ha disposto per l’imputato gli arresti domiciliari
- Costretto a portare il braccialetto elettronico
Il gip del Tribunale di Siracusa, Francesco Alligo, ha disposto la scarcerazione di Sebastiano Di Pietro, 30 anni, avolese, condannato a 7 anni e 4 mesi di reclusione per il tentato omicidio nei confronti dell’ex cognato. L’uomo, difeso dall’avvocato Natale Vaccarisi, ha ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari ma, come disposto dallo stesso giudice, dovrà indossare il braccialetto elettronico.
La vicenda
Secondo quanto emerso nelle indagini, coordinate dai magistrati della Procura di Siracusa, il trentenne avrebbe accoltellato l’ex cognato, che si trovava a cena la sera del 4 giugno in un ristorante. L’aggressione sarebbe avvenuta sotto gli occhi di alcuni testimoni ed a loro che hanno chiesto informazioni gli agenti di polizia di Avola per provare intanto ad identificare l’autore di quell’accoltellamento. I sospetti si sono posati sull’ex cognato, Sebastiano Di Pietro. A quanto pare, i due avrebbero avuto una discussione al telefono e con il passare dei minuti i toni sono diventati incandescenti, fino a quando il trentenne avrebbe deciso di incontrarlo.
La confessione
Il trentenne, nell’interrogatorio davanti al gip del tribunale di Siracusa, nelle ore successive al suo arresto aveva ammesso le sue responsabilità, affermando, però, di essere stato colpito da uno schiaffo dal cognato mentre i due stavano discutendo in un ristorante dove è poi avvenuto l’accoltellamento.
“Colpito con uno schiaffo”
Un colpo che, secondo l’indagato, gli avrebbe fatto perdere gli occhiali: a quel punto, Di Pietro, che soffre di miopia, avrebbe afferrato il coltello nella sua disponibilità, infliggendo dei fendenti “alla cieca”. Insomma, avrebbe reagito commettendo un errore, come aveva precisato al gip del tribunale nel corso del suo interrogatorio. Inoltre, il trentenne, dopo l’aggressione, sarebbe scappato in preda dal panico, trovando rifugio nella casa di un familiare per poi disfarsi del coltello che porterebbe sempre con se.
Le cause della lite
Sulle cause della lite, a quanto pare, secondo quanto emerso nelle indagini, ci sarebbero stati degli equivoci, tali da esasperare gli animi anche se lo stesso indagato ha precisato che i rapporti con l’ex cognato sarebbero stati sempre buoni.
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