I carabinieri della Compagnia di Modica hanno eseguito un ordine di arresto nei confronti dell’ex parlamentare regionale, Pippo Gennuso. L’esponente politico, padre dell’attuale deputato Ars di Forza Italia Riccardo Gennuso, dovrà scontare, nella sua abitazione, ai domiciliari, una pena di 8 mesi per traffico di influenze. Il provvedimento è stato notificato nelle ore scorse nella casa dell’ex parlamentare, che si trova nel territorio di Ispica, nel Ragusano.

L’inchiesta

Nel febbraio del 2019, Gennuso venne arrestato, su disposizione del Gip del Tribunale di Roma mentre ricopriva la carica di parlamentare all’Ars, insieme a tre giudici, tra cui l’ex presidente del Cga, Raffaele De Lipsis.

Secondo l’accusa, l’esponente politico avrebbe pagato una tangente da 40 mila euro perché il Cga accogliesse un suo ricorso al fine di disporre una mini tornata elettorale in 9 sezioni, tra Pachino e Rosolini.  In effetti, quelle piccole elezioni regionali si tennero nel 2014 consentendo a Gennuso di tornare all’Ars a scapito di Pippo Gianni.

Il traffico di influenze

In realtà, Gennuso, originariamente, era accusato di aver corrotto i giudici, grazie alla mediazione dell’avvocato Giuseppe Calafiore, coinvolto nell’inchiesta Sistema Siracusa su un giro di sentenze comprate per favorire imprenditori amici, poi il capo di imputazione si trasformò in traffico di influenze. Gennuso, nel corso dell’interrogatorio, negò che quei soldi fossero serviti per pagare il giudice. Li avrebbe messi a disposizione del suo consulente per attività di lobbying.

Il ricorso di Gennuso

Gennuso presentò ricorso in Cassazione, in quanto, essendo cambiato il capo di imputazione, si sarebbe dovuta adottare, nella sua tesi, una sentenza di proscioglimento, “perché il fatto non sussiste, non costituisce reato ovvero non averlo commesso” spiegavano i difensori dell’esponente politico.

Il pronunciamento dei giudici

I giudici della Corte di Cassazione rigettarono l’istanza presentata dal collegio del parlamentare, motivando la decisione. ” Deve essere ribadito che la qualificazione giuridica ritenuta in sentenza, che corrisponda – scrivono i giudici- a quella oggetto del libero accordo tra le parti, può essere messa in discussione con il ricorso  per cassazione solo quando risulti, con indiscussa immediatezza, palesemente eccentrica rispetto al contenuto del capo di imputazione”.

Ed ancora “la eccentricità della qualificazione giuridica non appare evidente al confronto con il capo di imputazione e con le condotte materiali ivi descritte  qualificate dalla indebita ingerenza, attraverso l’opera di mediazione con il funzionario, nella decisione giudiziaria”.

“Non è un nuovo caso, ricorso in Cassazione”

“Nessun nuovo caso di traffico di influenze per Pippo Gennuso” . Lo afferma il collegio difensivo dell’ex deputato regionale Pippo Gennuso.

“Il provvedimento comunicato -fanno sapere dal collegio difensivo di Gennuso –  proprio ieri  dal Tribunale di sorveglianza di Catania , riguarda il rigetto di una istanza presentata da Pippo Gennuso nel 2020 per una misura alternativa  in riferimento ad una vecchia vicenda del 2014 , definita nel 2019 per “traffico di influenze”. A seguito del rigetto della detta istanza, (nonostante il parere favorevole dell’ UEPE DI Ragusa all’affidamento ai servizi sociali che ha continuato a svolgere ) i legali di Pippo Gennuso stanno  proponendo immediato ricorso alla Suprema Corte di Cassazione, oltre a formulare, ricorrendone i presupposti di legge, istanza di conversione in pena pecuniaria”.

La nota dei legali, “non arresto ma detenzione domiciliare”

E sulla vicenda perviene anche una lunga nota dei legali di Gennuso che dopo aver affrontato una serie di temi inerenti riferimenti di natura politica che non appartengono a questa testata ribadiscono un passaggio tecnico “Precisiamo peraltro – si legge nella nota – che il provvedimento non prevede l’arresto dell’On. Gennuso, avendo il Tribunale di Sorveglianza accolto l’Istanza di esecuzione della pena nella forma della detenzione domiciliare, che era stata richiesta in via subordinata rispetto all’affidamento in prova ai servizi sociali. Rispetto a questo provvedimento si stanno, allo stato, valutando le iniziative da, eventualmente, intraprendere”.

 

 

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