Torna a far parlare l’ospedale Di Maria di Avola, al centro di polemiche scoppiate nelle settimane scorse dopo le denunce della Cisl sui contagi da Covid19 e le lettera di 9 medici sull’esposizione al contagio del Pronto soccorso. Un esposto è stato depositato in Procura dal presidente del Comitato per la tutela della salute nella zona sud, Vincenzo Adamo, ex direttore di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale Trigona di Noto, per il quale quei contagi si sono verificati: “si è creato un pericolo concreto per la pubblica incolumità, ovvero la facile trasmissibilità della malattia ad una cerchia di persone ancora più ampia” scrive nella sua denuncia finita al palazzo di giustizia di Siracusa.
“Ho potuto apprendere, tramite comunicazione telefonica – scrive Vincenzo Adamo – e confermatami anche tramite video WhatsApp, che presso l’ospedale Di Maria di Avola affetti da Covid19 vi erano le seguenti figure professionali: due infermieri del reparto di Cardiologia, un medico cardiologo, un ausiliario, un infermiere del reparto di Rianimazione, da aggiungere ai casi già precedentemente risaputi dei 12 contagiati”. Ed ancora “tra gli infetti vi era un operatore sanitario che lavora presso il vicino ospedale Trigona di Noto con le possibili estensioni del focolaio presso l’altro centro ospedaliero”. Il presidente del Comitato per la tutela della salute nella zona sud, nel suo esposto, tira più volte in ballo il sindaco di Avola, accusandolo di aver sottovaluto il problema e di non aver adottato misure adeguate per la salvaguardia della comunità.
“Siamo certi che dietro questi esposti e comunicati non ci sia una regia che abbia scopi diversi dalla tutela della salute? E’ palese che chi fa questi esposti non ha come obbiettivo la buona funzionalità dell’ospedale o la tutela della salute dei cittadini. Non c’è stato nessun focolaio ad Avola secondo i dati certi ed attestati dalle istituzioni sanitarie competenti”. Lo afferma il sindaco di Avola, Luca Cannata, che replica alla ricostruzioni formulate nell’esposto, rispondendo alle tesi sostenute da Adamo.
“Partiamo dal presupposto – dice Luca Cannata- che se è vero che per legge il sindaco è autorità sanitaria locale, è vero anche che un sindaco, non può e non ha il compito di eseguire ed esitare i tamponi negli ospedali. Ribadisco che i dati ufficiali li fornisce l’Asp. Attraverso video e comunicazioni ufficiali ho aggiornato la cittadinanza dei dati certificati e della situazione dei contagiati in città. C’è differenza tra i tamponi dubbi e tamponi certi positivi, tant’è che in merito ai 12 infetti del presunto focolaio solo 2 sono quelli poi risultati positivi mentre tutti gli altri sono risultati negativi. L’ospedale Di Maria oggi è un fondamentale presidio ospedaliero del nostro territorio, oggetto tra l’altro di investimenti come per il Pronto soccorso che sarà tra ristrutturato con una spesa di 2 milioni di euro”.
Commenta con Facebook