• Le ragioni del dissequestro dei sei lotti di AstraZeneca
  • Non sono emerse difformità chimiche tra essi
  • In sostanza, non c’è un lotto anomalo o nocivo

L’inchiesta della Procura di Siracusa sul decesso del militare dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca procede per esclusione. Il dissequestro disposto dai magistrati ed eseguito dai Nas dei sei lotti del farmaco anglosvedese  (ABV2856, ABV6096, ABV5811, ABV3374, ABW1277 e ABW2586) ha accertato che non vi sono difformità tra essi.

Non c’è un lotto “anomalo”

In sostanza, gli esami in Olanda, nella sede del Rivm, National Institute for public health and the environment a Bilthoven e all’ Istituto Superiore di Sanità di Roma avrebbero dovuto svelare se le fiale del lotto usato per Stefano Paternò, il militare in servizio alla Marina militare di Augusta deceduto il 9 marzo nella sua casa a Misterbianco nelle ore successive all’inoculazione del vaccino, avessero caratteristiche chimiche diverse da quelli degli altri lotti, alcuni dei quali scelti a caso. Non ne sono state riscontrate, per cui non sarebbe stata dimostrata l’esistenza di un lotto “nocivo”: una conclusione che dovrebbe restringere il campo delle ipotesi sul decesso del marinaio di 43 anni.

L’autopsia

A questo punto, sarà l’esito dell’autopsia, eseguita sulla salma del militare nei giorni successivi alla morte, a dare la chiave di lettura su quanto accaduto a Stefano Paternò. Sono stati eseguiti gli esami istologici e tossicologici ma sui risultati degli esami i magistrati della Procura di Siracusa, che coordinano le indagini, mantengono uno stretto riserbo. Nelle settimane scorse, gli inquirenti avevano fatto sapere che si era in attesa degli accertamenti al microscopio, determinanti per comprendere le reali cause del decesso.

La famiglia

I primi a voler conoscere l’esito degli esami sono i familiari di Stefano Paternò, assistiti dall’avvocato Dario Seminara. I parenti, la cui denuncia ha permesso ai magistrati di aprire l’inchiesta, sostengono che le condizioni di salute del militare erano buone, insomma, prima della somministrazione del vaccino, godeva di ottima salute.

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