Il pm della Procura distrettuale antimafia di Catania ha chiesto le condanne nei confronti di 6 imputati, accusati, a vario titolo, di far parte di un’associazione a delinquere di stampo mafioso che avrebbe avuto interessi nella gestione  della droga e nelle armi nella zona tra Melilli e Villasmundo, nel Siracusano.

Il voto di scambio

Nella tesi dei magistrati, il gruppo, ritenuto una cellula del clan Nardo di Lentini, avrebbe sottoscritto un accordo con l’ex assessore regionale, Pippo Sorbello, per favorirlo nella corsa a sindaco nel 2022 anche se in quella elezioni a vincere, in modo molto netto, fu l’attuale primo cittadino nonché deputato regionale del Mpa, Giuseppe Carta.

Le richieste

Ecco le richieste di condanna del pm al termine della requisitoria del processo in primo grado che si sta celebrando con il rito abbreviato, davanti al Gup del Tribunale di Catania: 14 anni per Nunzio Giuseppe Montagno Bozzone, 58 anni, di Melilli; 16 anni per Antonino Montagno Bozzone, 34 anni, di Melilli; 12 anni per Antonello Costanzo Zammataro, 50 anni, di Melilli; 10 anni per Alfio Alberto Ira, 57 anni, di Carlentini;  6 anni per Antonino Puglia, 58 anni, di Agira; 6 anni per Andrea Mendola, 39 anni, di Melilli.

L’ex assessore Sorbello ha scelto il dibattimento

In questo procedimento non c’è Pippo Sorbello, che è stato anche sindaco del Comune di Melilli: l’esponente politico, insieme ad altre persone, coinvolte nell’inchiesta denominata Asmondo, ha scelto di optare per il rito ordinario.

La difesa, “non ci fu voto di scambio e non è associazione mafiosa”

Uno dei legali degli imputati, l’avvocato siracusano Junio Celesti, rigetta l’ipotesi che si tratti di un gruppo mafioso legato alla cosca Nardo di Lentini: una tesi, secondo la difesa, suffragata dalle intercettazioni telefoniche, in cui “si evince la loro indipendenza e la mancanza di un vincolo con il clan Nardo”, peraltro, all’interno dello stesso gruppo, come sostiene il legale,  “i rapporti erano molto tesi”.

Le intercettazioni

In merito alla contestazione del voto di scambio, l’accusa sostiene che Giuseppe Montagno Bozzone avrebbe sottoscritto un patto con Sorbello per le amministrative a Melilli nel 2022. In una conversazione telefonica del 25 aprile del 2022 la moglie di Giuseppe Montagno Bozzone avrebbe riferito alla figlia della cessione di denaro, 500 euro, da parte di Sorbello per procacciare voti. ” Con quello là, con Pippo Sorbello per i voti, gli aveva detto la settimana scorsa che gli dava qualcosa di soldi e non si è fatto vedere proprio… ora stamattina si sono incontrati, essendo che ieri è venuto. E ora stamattina gli ha dato 500 euro”.

“Sorbello non venne eletto, non ci furono accordi”

Nella ricostruzione fornita dall’avvocato Junio Celesti emergono due aspetti: “Intanto, Sorbello non vinse affatto le elezioni, inoltre non ci sono tracce di accordi con Sorbello e soprattutto manca la corresponsione dei soldi”. In sostanza, secondo la difesa non c’è stato un piano strutturato per favorire Sorbello.