Prova a tornare alla normalità l’Ortigia. La squadra sta tornando al completo: molti giocatori si sono negativizzati dal Covid19. Alcuni di loro sono già rientrati in acqua dopo essere risultati negativi. Il resto dei positivi attende in casa il responso dei prossimi cicli di tamponi.

Il club biancoverde, però, attende la sentenza della Len sulla sconfitta a tavolino per 10-0 nella semifinale di andata della Euro Cup che, come si ricorderà, lo scorso 12 gennaio non si è disputata per la positività al Covid19 di 9 atleti dell’Ortigia. La squadra, infatti, non si è potuta presentare a Palermo per affrontare il derby col Telimar. La federazione europea ha formulato il verdetto che, sostanzialmente, non lascia troppo spazio per la sfida di ritorno prevista il 9 febbraio.

Piccardo “Aspettiamo esito ricorso”

Dopo capitan Napolitano, che ha anche preannunciato un “segnale forte della squadra per la partita di ritorno”, anche il tecnico dell’Ortigia rompe il suo silenzio. E dice la sua in merito a quanto accaduto.

Sull’attesa per il ricorso, il coach biancoverde non sembra particolarmente ottimista: “Si spera sempre, è chiaro, ma con un ottimismo molto timido, perché comunque la prima sentenza si fa fatica a capirla, sia sul piano giuridico sia su quello sportivo. Aspettiamo notizie sull’esito del ricorso. Mi sembra che la Len non sia tuttora molto chiara, così come non lo è stata nello specificare le ragioni della sua decisione, visto che ha semplicemente detto che abbiamo perso 10-0. Speriamo, quantomeno, che questa volta, qualsiasi sia la decisione che assumeranno, ci siano delle motivazioni chiare”.

“Da uomo di sport, provo disgusto”

Tanti i sentimenti che pervadono Piccardo, da uomo di sport e di pallanuoto, prima ancora che da allenatore dell’Ortigia: “Da uomo di sport – continua – il primo sentimento che provo è il disgusto. Provo vergogna verso una istituzione che è quella che organizza questa coppa e che non ha assoluto rispetto per i partecipanti. Una mancanza di rispetto dimostrata dal fatto che la Len non è stata capace nemmeno di produrre un regolamento consono all’Euro Cup e non mutuato dalla Champions League”.

“Non comprendo come si possa prendere decisione così”

E prosegue: “Questo è il mio sentimento verso chi amministra il gioco, in questo caso specifico verso chi amministra l’Euro Cup. Non capisco in che modo si possa prendere una decisione di questo genere, visto che non avevamo modo di presentarci, visto il numero di positivi e il divieto dell’Asl di muoverci. Ma anche nel caso in cui l’Asl non avesse disposto la quarantena, saremmo stati al massimo in 6, tra cui altri giocatori poi risultati positivi il giorno stesso e quello successivo. Oltre a questo, penso poi a tutto quello che è il gusto di giocare una semifinale di questa portata, un evento storico per la pallanuoto siciliana, per la città di Palermo e quella di Siracusa, per la pallanuoto italiana. Ricordo che ci fu un’altra semifinale italiana, che aveva avuto un sacco di successo mediatico. Mi sembra proprio che sia stato svenduto quello che è lo stesso prodotto della Len”.

“Non giocare il match così atteso sarebbe rammarico più grande”

Il rammarico più grande per l’Ortigia, qualora il ricorso non dovesse essere accolto, sarebbe proprio quello di non poter disputare sul campo un match così atteso. Lo dice senza giri di parole l’allenatore. “Perdersi l’adrenalina – osserva – non vivere quel momento magico, il pre-partita, la partita in sé, un match così importante dopo il cammino che abbiamo fatto noi e hanno fatto loro, è qualcosa che mi lascerebbe l’amaro in bocca”.

“Con questo criterio, la Len avrebbe dovuto assegnarci la coppa 2 anni fa”

Piccardo continua: “Mancherebbe l’appagamento di giocare una gara tanto desiderata e per la quale si è combattuto tanto. Non giocarla non per una nostra mancanza, perché ricordo che siamo dentro una pandemia e che a noi hanno tolto una finale di coppa, quando eravamo gli unici finalisti. Per lo stesso criterio allora, due anni fa, avrebbero dovuto assegnarci la Coppa d’ufficio”.

L’allenatore si rifà a quanto successe nella stagione 2019-2020 quando, sempre in semifinale, l’Ortigia passò sul campo il turno eliminando in semifinale i romeni dell’Orodea ma non giocò mai la finalissima. La prima ondata di Covid19 bloccò la competizione col trofeo mai assegnato. I biancoverdi in finale avrebbero affrontato la vincente dell’altra semifinale tra il Brescia e gli ungheresi dell’Eger. La pandemia interruppe la manifestazione prima della semifinale di ritorno.

“Risolleviamo il morale lavorando e pensando ad altri obiettivi”

In attesa dell’esito del ricorso, c’è da risollevare il morale di una squadra che indubbiamente ha vissuto con delusione e rabbia la decisione della Len: “La squadra – conclude Piccardo – o meglio quelli che sono disponibili, ha cercato di pensare a lavorare, di ricominciare, evitando di parlarne o facendolo il meno possibile. Ci si risolleva da questo momento lavorando, non pensandoci”.

Prosegue: “Ho visto qualche mio giocatore seriamente provato, quindi ora l’aspetto mentale è quello che conta, bisogna stringerci, stare vicini, usare poche parole. Ho cercato di dire ai miei giocatori di non entrare in alcuna polemica, perché penso sempre che le persone debbano distinguersi in certi momenti, far vedere la loro caratura, stando attenti a soppesare le parole, altrimenti finiamo in questo tritacarne in cui chiunque parla, commenta, anche senza sapere come stanno le cose. Io parlo di cose che so, parlo del mio lavoro”.

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