La serie B è ormai cosa certa per il Palermo che ha conquistato la promozione vincendo i play off ed al termine di una stagione in crescendo. Iniziata con alti e bassi, ha toccato il punto più critico a Latina quando il Palermo in 9 uomini per due espulsioni in pochi minuti ha perso 1-0, un risultato che è costato la panchina a Giacomo Filippi.
A fine dicembre l’arrivo di Baldini, tornato in rosanero dopo 18 anni. Altri alti e bassi ma partita dopo partita convinzione, abnegazione e lavoro hanno trasformato il volto e la pelle alla squadra. Una cavalcata che nella regular season ha permesso la conquista del terzo posto ed un cammino importante nei play off.
Proprio nell’appendice degli spareggi per la serie B, il Palermo ha mostrato il meglio di sé: 6 vittorie e due pareggi nei quattro turni che hanno portato al paradiso della serie B. Rosa sempre vincenti in trasferta ed imbattibili al Barbera al punto di trasformare la partita più difficile, la finale di ritorno in casa, in quella sostanzialmente più facile dove l’1-0 di Brunori su rigore sta addirittura stretto per la mole di occasioni avute nel corso dei 90 minuti.
Le pagelle rosanero
Ecco quindi le pagelle di fine stagione dei rosanero. Chiaramente tutti promossi ma con valutazioni diverse. Brunori superstar, impossibile il contrario con i suoi 29 gol, ma merito a tutti per un’impresa che a fine marzo, dopo il 2-2 a Potenza, sembrava più da fantascienza che concreta.
I portieri, da Pelagotti a Massolo, le mani sicure del Palermo
Pelagotti 6.5: il suo rendimento è altalenante. Alterna interventi decisivi (Juve Stabia docet) a prestazioni meno convincenti. È bersaglio di critiche ma reagisce bene. Poi l’avvicendamento anche a causa di un intervento alla mano. Non gioca i play off ma non fa mancare il suo apporto e supporto.
Massolo 7.5: una delle rivelazioni rosanero. Quasi una scoperta. Ad inizio stagione gioca solo in Coppa Italia di serie C, poi sfrutta la sua occasione e gioca le partite decisive per la promozione in serie B. Le sue mani sono sicure. Inoltre è decisivo dagli 11 metri parando due rigori nei play off nelle partite con Triestina e Feralpisalò. Nondimeno mette la firma anche con interventi importanti. Partire da secondo e concludere da leader della difesa non è da tutti.
La difesa è in crescendo
Accardi 6.5: Tanti acciacchi lo hanno tenuto fuori per diverse partite. Il terzino quando impiegato ha dato sempre il massimo non risparmiandosi. Dispiace non averlo visto tra i protagonisti in campo nei play off ma chi lo ha sostituito non lo ha fatto rimpiangere.
Crivello 6: Ad inizio stagione era stato messo fuori rosa. Non faceva parte del progetto. Filippi lo reintegra, Baldini lo utilizza. È l’alternativa di Giron. Fa il suo dovere anche nei play off.
Lancini 6,5: è il difensore più utilizzato dai tecnici che si sono susseguiti in panchina. Prestazioni non sempre perfette. Ma si è fatto trovare pronto quando serviva. Al centro della difesa con Marconi ha fatto muro nei momenti più difficili.
Marconi 7: Con Lancini trova la sua dimensione al centro della difesa. Anche lui alterna buone prove con prestazioni non esattamente memorabili. Migliora come tutta la squadra nel finale di stagione. E nei play off dà il meglio. Il salvataggio in rovesciata nella finale di andata col Padova all’Euganeo è da antologia: una rovesciata che sul web è stata paragonata a quella di Parola, simbolo delle figurine dei calciatori. Come per per il difensore della Juventus, il gesto atletico di Marconi serve ad evitare un gol. Forse non esteticamente ricercato come quello dell’iconico difensore bianconero ma ugualmente efficace. Ugualmente da antologia.
Perrotta 6,5: Doveva essere un perno della difesa il difensore ex Bari. La difesa a tre di Filippi non è, però, il suo pane. E non va tanto diversamente da quella a quattro di Baldini. Ma si fa trovare sempre pronto, anche in posizioni a lui non consone per un mancino. Gioca anche centrale di destra.
Doda 6: Inizia la stagione da titolare a causa dell’assenza di Accardi con Filippi. Con Baldini gioca a Catanzaro, nella prima del tecnico di Massa, e nel primo tempo di Potenza, in un pomeriggio non proprio da ricordare positivamente. Buttaro cresce e nonostante il nuovo stop fisico di Accardi, non scende più in campo.
Giron 7.5: Un terzino con tanta grinta e corsa. Uno di quelli che se in giornata infiamma il pubblico più per le sue folate offensive che per le coperture difensive. È acclamato dai tifosi: gli riconoscono cuore e abnegazione. Il momento positivo della squadra a fine stagione fa il resto. Peccato per l’autonomia, diversamente il Palermo avrebbe avuto meno difficoltà durante la stagione probabilmente. Alla fine buono il suo apporto difensivo, ottimo in proposizione offensiva. Ad ogni cross, spesso e volentieri segue un sussulto per le difese avversarie e, quando gioca al Barbera, un boato di approvazione per il pubblico.
Buttaro 7. Il ragazzo cresce a vista d’occhio. Ha i mezzi ma prende consapevolezza partita dopo partita. È impegnato in tutti i ruoli della linea difensiva. Poi a stagione inoltrata fa il terzino destro. Dotato anche di un tiro potente, il giovane del 2002 è una delle sorprese più importanti di questa stagione appena andata agli archivi.
Centrocampo, il cuore di De Rose
Dall’Oglio 6.5: La sua qualità non è mai stata messa in discussione. È mancata, forse, un po’ di continuità in più e, in alcuni momenti, una dose di lucidità maggiore. In diverse occasioni, anche nella finale di ritorno col Padova, ha messo troppa foga negli interventi al punto da rimediare ammonizioni evitabili. Ha la stima di Baldini “Non c’entra niente in questa categoria”.
De Rose 8: Il capitano del Palermo è il simbolo della rimonta in campo dei rosa. Mai domo, ha corso chilometri e chilometri in mezzo al campo dando densità, quantità ed anche qualità. Il primo a prendersi le responsabilità quando le cose sono andate male, l’ultimo a prendersi meriti elogiando sempre e comunque la squadra. Da leader. Da capitano. Da chi ci mette sempre il cuore.
Odjer 6,5: Dedizione e abnegazione non sono mai mancate. Ha sempre dato tutto e forse qualcosa in più. Perde quota con l’arrivo di Damani ma si fa sempre trovare pronto. Ed ha tanta voglia di fare: con il Padova sfoggia anche un paio di conclusioni da lontano interessanti. Uno degli idoli della curva: se avesse segnato, sarebbero venuto giù lo stadio.
Damiani 6.5: Fatica ad ingranare sul serio nonostante una bella rete all’esordio con il Monterosi. Poi si perde, a causa degli infortuni. Baldini, che lo ha avuto alla Carrarese al tempo della semifinale play off, lo conosce. Lo aspetta. E lui si fa trovare pronto. Cresce in tempo per i play off e la qualità a centrocampo fa la differenza.
Luperini 7.5: L’arrivo di Baldini per lui è una benedizione. Trova la sua dimensione sulla trequarti. Riesce ad offrire quantità e qualità, recupera palloni pesanti e segna gol. Anche lui in crescita netta.
Attaccanti, Brunori è il top, Floriano l’uomo dai gol pesanti, Soleri l’apriscatole
Valente 8: Segna gol, fa assist (due in una volta sola nella vittoria del Palermo sulla Triestina negli ottavi di finale dei play off). Gioca bene nella stagione regolare, in leggera flessione nel finale ma quando c’era da tirare la carretta non si è mai tirato indietro.
Floriano 8: Quattro gol decisivi, tutti su azione in otto partite dei play off. Basta solo questo per giustificare il voto. Anche lui mostra qualità tecniche e dinamiche ben oltre la media della categoria. È l’uomo dei gol pesanti. È l’uomo della provvidenza. Un esterno di livello.
Silipo 6: In serie D aveva esaltato i tifosi, il numero 10 con Baldini vede il campo molto poco. Da un numero 10 probabilmente si sperava in qualche cosa in più.
Felici 6: Torna in rosanero dopo essere stato uno dei protagonisti in serie D. A Lecce però non c’è spazio ed a gennaio riapproda al Barbera. Segna all’esordio, inizia bene, poi però non garantisce continuità e nei play off vede le partite dalla panchina.
Fella 6.5: Ha problemi fisici, inizia benino poi non riesce a confermarsi. Nei play off si ritaglia un po’ di spazio e segna una rete tanto spettacolare quanto utile. La sforbiciata che vale il 2-2 nel ritorno dei quarti di finale dei play off con l’Entella, fa esplodere il Barbera e permette ai rosa di mantenere l’imbattibilità interna. E scaccia la paura.
Soleri 8: è uno dei simboli di questo Palermo. L’apriscatole. Il simbolo di uno dei mantra di Baldini: “non conta chi inizia le partite, ma chi le finisce”. Dieci reti in regular season, 2 nei play off. Tutte da subentrato, molte spettacolari (leggasi la rete da centrocampo con il Picerno, e la straordinaria botta da 25 metri di prima intenzione contro la Feralpisalò). Elegante e potente. Una rarità.
Brunori 9.5: inizia in sordina, si sblocca col Monterosi alla quinta giornata, poi comincia ad ingranare. Con Baldini non smette di segnare. Alla fine 29 reti (25 nella stagione regolare, 4 nei play off), una in meno di Luca Toni che con 30 reti in quella mitica serie B 2003-04 è nei cuori rosanero a vita. Capace di segnare in ogni modo, di testa, di rapina, di giustezza, di classe. Il terrore delle aree di rigore. Il bomber principe incontrastato di tutta la serie C. Segna pure il gol più bello (al Monopoli) che gli vale il Premo Facco. Insomma, un’annata da ricordare.
Allenatore, Baldini, l’uomo in più del Palermo
Baldini 10: la perfezione non esiste. Ma l’eccezione conferma la regola. Un allenatore che ha rivoltato come un calzino una squadra priva di identità dopo la pessima prestazione di Latina poco prima di Natale. Arriva nel periodo festivo. Per lui è un regalo perché torna dopo 18 anni da un esonero che lo ha privato di una festa importante. Ci crede da subito. Vede l’obiettivo. Sente Palermo, sente ed ama la piazza. Il Palermo con lui cambia pelle, cambia volto. Non subito in campo, ma la mentalità viene acquisita pian piano. E come un bruco che vuole diventare farfalla, queste ali bucano l’involucro per far spiccare il volo al momento giusto: nel finale di stagione e nei play off.
Il Palermo che non vinceva in trasferta centra un filotto di 6 successi di fila. Conosce e mastica calcio, conosce gli uomini e sa come ottenere il meglio da loro. Non è solo un allenatore, ma un papà che prende per mano il proprio figlio e lo fa diventare uomo. Baldini è l’uomo in più. E merita la riconferma anche in caso di passaggio di proprietà al City Group.
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