Sofisticati sistemi di intercettazione hanno permesso di disvelare il sistema di corruzione attorno al parco archeologico di Selinunte. E’ quanto emerge dal blitz all’alba di oggi con 6 indagati a cavallo tra il trapanese e l’Agrigentino. Il sistema formato da funzionari pubblici e imprenditori.

“Patologico sistema clientelare”

Un “patologico sistema clientelare” per “l’assegnazione di pubbliche commesse a un cartello di imprese”. E’ l’accusa contestata dalla Procura di Marsala nell’inchiesta ‘Selinus’ sul presunto giro di corruzione al parco di Selinunte, basata su indagini della guardia di finanza di Castelvetrano. All’alba di oggi ha portato, dunque, alla temporanea interdizione degli indagati dai pubblici uffici e al divieto di contrattare con la pubblica amministrazione. Nel mirino l’ex direttore del Parco, due funzionari regionali e tre imprenditori.

La ricostruzione investigativa

L’ordinanza cautelare del Gip è stata eseguita dai finanzieri del comando provinciale di Trapani. In quasi due anni di indagini, avviate nel 2020, la Procura di Marsala ha fatto quindi una ricostruzione dei fatti sugli accertamenti delle fiamme gialle. Verifiche e riscontri, inoltre, attraverso incrocio di banche dati, intercettazioni telefoniche, analisi di tabulati telefonici, telecamere occulte, accertamenti bancari e pedinamenti.

Il “trojan”

Inoltre, i finanzieri, si sono avvalsi di un “trojan” installato sul “dispositivo cellulare in uso ad uno degli imprenditori, legato all’ex direttore del Parco. Tra loro “solidi e ben celati legami d’amicizia”. “Grazie al captatore informatico – sottolinea la Procura di Marsala – la guardia di finanza, attivando il microfono del cellulare infetto, è riuscita a costruire un quadro probatorio di assoluto rilievo. Utile a dimostrare l’esistenza, all’epoca delle indagini, di un patologico sistema clientelare nel Parco archeologico selinuntino. Il tutto preordinato all’assegnazione di pubbliche commesse ad un cartello d’imprese, per lo più agrigentine, riconducibili alle figure dei tre imprenditori”.

Gli indagati

Queste le persone coinvolte nell’indagine, coordinata dal procuratore di Marsala Fernando Asaro: Bernardo Agrò, ex direttore dell’ente, l’imprenditore Vincenzo D’Angelo, due funzionari in servizio al parco Antonio Ferraro Mortellaro, responsabile unico del procedimento, e Tommaso Sciara e gli imprenditori Vito D’Anna e Nicolò Castro.

La rilevanza dei siti amministrati

Il parco archeologico di Selinunte, cave di Cusa e Pantelleria rappresenta, inoltre, uno dei più straordinari siti di interesse storico, culturale ed artistico del Mediterraneo. Si classifica al primo posto in Europa per estensione territoriale, meta annuale di numerosi visitatori e studiosi provenienti da ogni parte del mondo.

Articoli correlati