Operazione di rimozione delle reti fantasma dai fondali del mare di Favignana, nel Trapanese. E’ stato dato vita ad un intervento a tappeto per liberare il mare da questi pericolosi per la flora e la fauna.

Chi ha partecipato

L’iniziativa è stata in collaborazione tra il Comune di Favignana e l’area marina protetta Isole Egadi. Al loro fianco l’associazione del borgo marinaro di Punta Lunga, il diving Subbaqqueria. Hanno risposto presente anche i pescatori professionali di Punta Lunga. Tutti insieme in questi giorni hanno effettuato l’intervento di rimozione delle reti che sono un enorme pericolo per l’habitat.

“Il mare è un bene di tutti”

“Un’attività congiunta – ha detto il sindaco Francesco Forgione – per ribadire che il mare in salute è un bene di tutti”. Le reti fantasma non solo rappresentano un inquinamento che danneggia habitat e biocenosi. Come dice il termine stesso, costituiscono una pressione aggiuntiva in termini di prelievo non quantificabile. Infatti, adagiate sui fondali marini, possono continuare la loro azione di cattura sulle risorse alieutiche che accidentalmente ne vengono in contatto.

Nel messinese altra maxi operazione

A Messina nei mesi scorsi si è tenuta una maxi operazione similare di rimozione di una rete fantasma da pesca. L’iniziativa di Marevivo che anche in questo 2023 mira al monitoraggio, alla segnalazione e alla rimozione di rifiuti e reti da pesca abbandonate sui fondali marini. La rete era stata segnalata nel mese di ottobre dello scorso anno dai subacquei di Ecosfera nelle acque di Capo Peloro. Proprio di fronte alla Torre degli Inglesi. I subacquei si sono immersi per il recupero di una rete fantasma lunga circa 300 metri, rinvenuta a una profondità tra i 12 e i 26 metri.

Chi ha partecipato

All’operazione hanno preso parte, con il coordinamento della prefettura di Messina, la guardia costiera e il nucleo sommozzatori dei carabinieri. Al loro fianco il Comune di Messina con la polizia municipale della sezione marittima ed Ecosfera Diving. Ogni anno Marevivo partecipa ad operazioni di recupero reti abbandonate e di bonifica dei fondali in numerose località italiane. Si è trattato di un’attività particolarmente delicata e importante per l’area specifica in cui è stata rinvenuta. La zona è sottoposta al vincolo alla sovrintendenza del Mare, in quanto ricca di reperti sommersi di interesse archeologico.

Articoli correlati