Avrebbe promesso favori in cambio di pesce. Gli stessi militari della Capitaneria di Trapani hanno arrestato un loro collega indagato per corruzione e falso ideologico. Il militare della guardia costiera su ordine del gip è agli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. Per un imprenditore è stato disposto l’obbligo di dimora nei confronti di un imprenditore. Nell’operazione ci sono sei persone indagate e oggi sono stati eseguiti perquisizioni domiciliari e sequestri.

Le indagini sono state condotte dalla capitaneria di porto di Trapani e dalla sezione della polizia giudiziaria dei carabinieri presso la procura. Tra le ipotesi più gravi spicca la promessa di archiviazione di processi verbali di sanzione amministrativa elevati dal personale della capitaneria di Porto di Trapani nel corso di ordinari controlli, in cambio di partite di pesce.

Corruzione per lavori in stazione marittima, arrestati due direttori azienda

Avrebbero preteso soldi dalle ditte sub appaltatrici nei lavori di restyling della stazione marittima al porto di Palermo. Lo scorso fine ottobre, con l’accusa di corruzione i finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza con la quale il gip del capoluogo, su richiesta della Procura diretta da Maurizio de Lucia, ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti del direttore tecnico Francesco Tricarico, 37 anni di Canosa di Puglia (Ba) e del direttore di cantiere Rosario Cavallaro, 68 anni, di Giarre della società Socostramo srl di Roma che si è aggiudicata l’appalto per realizzare il nuovo cruise terminal per le navi da crociera, nonché il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie per un valore complessivo di 80.000 euro. L’appalto per la realizzazione della infrastruttura era di 23milioni di euro.

Le indagini sono scattate dopo la denuncia dell’autorità di sistema portuale del mare della Sicilia Occidentale ai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, gruppo tutela spesa pubblica, dopo che erano stati segnalati ritardi nell’esecuzione e nella consegna del restyling della stazione marittima del porto di Palermo. Ritardi che erano stati attribuiti a conflitti tra la società aggiudicataria Socostramo e alcune ditte sub-appaltatrici, per alcuni pagamenti differiti o mancati per i lavori eseguiti.

Nel corso delle indagini è emerso che il direttore tecnico e il direttore di cantiere dell’impresa aggiudicataria dei lavori avrebbero preteso, dai titolari di tre imprese sub-appaltatrici, un illecito pagamento di somme di denaro “extra”, che arrivava fino al 30% del valore dei lavori affidati, minacciando che, in caso di rifiuto, sarebbe stata preclusa la prosecuzione delle attività.

A tali minacce sarebbero poi, in concreto, seguite pesanti ritorsioni, come controlli a sorpresa, nonché il ritardo nel pagamento delle fatture fino ad arrivare alla mancata liquidazione di parte delle stesse.
In un caso sarebbe stato accertato che il titolare di una delle imprese, cedendo alle richieste estorsive, avrebbe pagato 80.000 euro, di cui 45.000 in contanti e 35.000 tramite bonifici bancari, utilizzando causali fittizie, su un conto corrente intestato alla madre del direttore di cantiere.

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