Un giro di spaccio di cocaina e anche un altro di usura. A scoprirlo i carabinieri di Marsala che hanno arrestato un uomo di 49 anni, Angelo Piccione, marsalese, mentre altre due persone risultano al momento essere soltanto indagate a piede libero. L’operazione è stata portata avanti dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Marsala, coordinati dalla locale Procura della Repubblica. Le accuse per Piccione sono di usura, estorsione e spaccio di stupefacenti. L’ordinanza di misura cautelare è stata emessa dal Gip del tribunale di Marsala, su richiesta della Procura.
L’indagine partita nel 2020
L’arresto costituisce l’esito di un’indagine dei carabinieri condotta da aprile 2020 e sino a marzo 2021. L’attività investigativa ha consentito di portare alla luce, oltre allo spaccio di cocaina gestito da Piccione con altre due persone, anche loro indagate, le modalità con le quali l’uomo avrebbe effettuato vari prestiti di denaro su cui venivano applicati altissimi tassi d’interesse.
Le vittime
A farne le spese due piccoli imprenditori locali, uno titolare di un negozio di ortofrutta e l’altro parrucchiere. Nonostante la paura di ritorsioni, rese realistiche a causa delle gravi minacce che Piccione avrebbe rivolto in caso di ritardi nella restituzione dei soldi, le vittime hanno trovato il coraggio di denunciare le condotte illecite agli uomini dell’Arma. A fronte di somme di denaro ricevute in prestito, a causa di difficoltà economiche dovute anche alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria nella sua fase più dura, le vittime sarebbero state costrette a versare mensilmente a Piccione ingenti quote per lunghi periodi, fino ad un anno, con tassi usurari che arrivavano al 200%.
Il quadro probatorio
Grazie alle dichiarazioni delle vittime e agli accertamenti investigativi dei carabinieri, il Gip del tribunale di Marsala, concordando con la richiesta della Procura, ha rilevato gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato. E’ stato ritenuto “fondato il pericolo di reiterazione delle condotte illecite poiché frutto dello svolgimento professionale di un’attività illecita continuativa, indicativa di elevata pericolosità sociale”. Piccione è stato trasferito al carcere di Trapani.
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