Aggressioni e minacce di morte all’ex convivente. Provvidenziale l’intervento dei carabinieri nel trapanese che hanno evitato che l’uomo, in evidente stato di ubriachezza, potesse ulteriormente colpire la donna. A finire in manette un 52enne con precedenti.

La telefonata di aiuto

Le indagini dei carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Mazara del Vallo, coordinati dalla Procura della Repubblica del tribunale di Marsala. I militari sono intervenuti mentre erano impegnati in un normale servizio di perlustrazione del territorio. Hanno ricevuto la richiesta di aiuto da parte di una donna che, dopo aver chiesto l’intervento specificando la via, riagganciava la telefonata.

Stato di agitazione

Percepito lo stato di particolare agitazione e paura, i carabinieri si precipitavano sul posto trovando la donna con l’ex marito. Quest’ultimo oltretutto è un personaggio conosciuto alle forze dell’ordine per i diversi precedenti di polizia. In quel momento era intento a proferire minacce di morte l’ex moglie.

In preda ai fumi dell’alcol

L’uomo era in evidente stato di alterazione psicofisica, dovuta presumibilmente all’assunzione di sostanze alcoliche. Ad un certo punto avrebbe provato ad aggredire la ex convivente, venendo subito bloccato ed arrestato dai militari dell’Arma. I carabinieri, al termine del giudizio direttissimo, hanno sottoposto il 52enne al divieto di avvicinamento all’ex convivente con l’applicazione del braccialetto antistalking.

La grave aggressione a Palermo

Di recente si è verificato un grave episodio di violenza e maltrattamenti a Palermo. Il gip di Palermo ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere per Giuseppe Consumare, 52 anni, accusato di aver tentato di uccidere a coltellate la moglie nella loro casa di Altarello. L’indagato, durante l’udienza di convalida ha risposto al gip che, alla fine, ha confermato la misura. Lo scorso 14 marzo la moglie di Consumare era andata all’ospedale Ingrassia con numerose ferite sul corpo. Tanto che furono necessari 80 punti di sutura. Dopo l’aggressione il marito era fuggito e si era costituito solo due giorni dopo.

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