Il clima attorno alla scelta del sindaco di Palermo Leoluca Orlando di aderire al Pd in vista delle prossime elezioni politiche di primavera è surreale. Sembra in parte di vedere un film già visto, il sindaco non è nuovo a questi nuovi passi in avanti. Ricordiamo che nel maggio del 2014 in occasione delle europee il primo cittadino fece un tentativo analogo non raccogliendo il plauso del Pd siciliano.
Oggi ci riprova, ancora una volta, e i discorsi che hanno contraddistinto il suo impegno politico per la città alle scorse elezioni amministrative sembrano lontani anni luce.
Sul banco stavolta ‘la posta’ è diversa e il ‘mantra’ che giustifica la scelta è la “responsabilità politica”. Di questo segno le parole di uno storico del Mov 139, candidato alle scorse elezioni regionali in Arcipelago Sicilia, Aurelio Scavone che parla a BlogSicilia e condivide la scelta, anzi ancor di più, annuncia di seguire il professore in questo percorso appena tracciato.
“Io credo che la scelta non poteva essere diversa in un panorama politico strano, variegato come quello in cui ci troviamo – racconta – . Davanti ad una Destra fatta da Berlusconi e dell’antieuropeista Salvini, constatando la delusione politica oltre che amministrativa rispetto al Movimento 5 Stelle che è stata una catastrofe e poi davanti alle scelte di Bersani e di D’Alema non si può che scegliere per responsabilità il Pd, che è vero ha fatto degli errori ma ha anche fatto delle cose positive”.
Scavone non ha dubbi e parla chiaramente: “Io mi sento di fare la stessa, io con la mia storia non ho mai aderito a nessun partito ma in questo momento il senso responsabilità è fondamentale non ci possiamo permettere il lusso di perdere la dignità politica. Seguirò il percorso di Orlando. La mia riflessione è maturata singolarmente ed era già in nuce per le stesse motivazioni di Orlando. Questo comunque, ci tengo a dirlo, non è una scelta per il potere. Quando noi attaccavamo il Pd era un Pd che lottava per il potere e a causa di questo si è disaggregato. Oggi lo preferisco anche se più debole. Non c’è altra scelta, il non voto è antitesi alla democrazia”.
Di diverso avviso un ex assessore di Orlando ovvero Giusto Catania che nella scorsa giunta comunale ha avuto una delega di primo piano quella alla Mobilità e che sostiene Orlando attualmente in consiglio comunale con Sinistra Comune.
“L’adesione di Leoluca Orlando al Partito Democratico è una scelta personale, non è un problema nostro e noi non lo seguiremo – commenta a caldo -. Siamo del parere che il Pd abbia contribuito a determinare la crisi populista che rischia di travolgere il Paese ed infatti continuiamo a lavorare per la costruzione di uno spazio autonomo della sinistra. Apprezziamo, invece, il fatto che il Sindaco abbia annunciato di voler aumentare ‘il tasso politico’ nella maturazione delle sue scelte e nella composizione della giunta, esaltando ‘l’anomalia Palermo’ in continuità con l’esperienza della precedente consiliatura e facendo ripartire l’azione amministrativa dalla coalizione e dal programma che ha vinto le elezioni comunali – sottolinea -. Adesso riteniamo importante aprire una discussione complessiva sulle priorità programmatiche e sulle scelte strategiche per il governo di Palermo, che consolidi la prospettiva di cambiamento della Città in vista del 2022″.
Sulla stessa linea Barbara Evola di Sinistra Comune:
Interessanti e contrastanti le reazioni in casa Pd che ancora una volta trova un altro argomento attorno al quale lacerarsi. Da un lato Dario Chinnici, capogruppo Pd in consiglio comunale e Carmelo Miceli segretario Pd provinciale plaudono alla scelta del primo cittadino.
Ma c’è anche chi non esulta e chiede che tutto venga valutato negli organi preposti : “L’intenzione del Sindaco di Palermo di aderire al partito democratico è un fatto politico che merita un approfondimento immediato in seno al PD di Palermo”. Queste le parole prudenti di Antonio Rubino responsabile regionale dell’organizzazione del Pd siciliano
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