Sarà la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella oggi pomeriggio a Palermo a solennizzare il trentesimo anniversario dell’assassinio avvenuto il 21 settembre 1990 alle porte di Agrigento del giudice Rosario Livatino.

Oggi saranno Roma, Canicattì, e Palermo le città della Memoria di Livatino.

Per le 8,30 nella chiesa S. Cuore del suffragio a Lungotevere Prati a Roma il cardinale Gualtiero Bassetti officerà una funzione religiosa per iniziativa del “Centro Studi Rosario Livatino”.

Alle 10,30 invece nella chiesa S. Domenico di Canicattì l’arcivescovo coadiutore di Agrigento monsignor Alessandro Damiano presiederà la funzione religiosa cui seguirà a mezzogiorno in contrada S. Benedetto l’omaggio floreale alla stele.

Nel pomeriggio a Palermo al Palazzo di Giustizia il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presenzierà ad un corso di formazione decentrata per magistrati organizzato dal Csm nel Palazzo di Giustizia dal titolo “Deontologia e professionalità del magistrato. Un binomio indissolubile. In memoria di Rosario Livatino”.

Qualche giorno fa, stupore ha suscitato la notizia che Giuseppe Montanti, 64 anni, uno dei mandanti dell’omicidio del giudice Rosario Livatino, e condannato all’ergastolo, ha usufruito di un permesso premio, concesso dal Giudice di Sorveglianza di Padova.
Ha potuto uscire di prigione per 9 ore, per incontrare e parlare con la sua famiglia. In cella da vent’anni, non aveva mai più incontrato i famigliari, che vivono in Messico e in Germania.
Nel carcere di Padova ha partecipato alle attività di ‘Ristretti Orizzonti’, cooperativa che si occupa del recupero e reinserimento lavorativo dei carcerati.

Il giudice Livatino è considerato Servo di Dio dalla Chiesa Cattolica. In uno dei suoi numerosi appunti, aveva scritto: “Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili”.
Originario di Canicattì, in provincia di Agrigento, Rosario Livatino quando venne assassinato dalla Stidda aveva 37 anni.

La Sicilia e l’Italia intera non hanno dimenticato “il giudice ragazzino” e le celebrazioni di oggi lo testimoniano.

Un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato lanciato dal Centro Pio La Torre affinchè venga promossa la realizzazione di una casa museo a Canicattì nell’anniversario dell’assassinio del giudice Rosario Livatino.

“Oggi fanno trent’anni che hanno barbaramente ucciso il giudice Rosario Livatino di Canicattì – scrive il presidente del centro studi, Vito Lo Monaco -. Stava andando al lavoro senza scorta, i killer di mafia lo hanno inseguito e trucidato. Era un “giudice ragazzino” esempio di umiltà, modestia, onestà e impegno civile”.

A trent’anni dalla morte la sua casa è intatta come lui l’ha lasciata quella mattina per andare in tribunale ad Agrigento. Con le sue toghe, i suoi libri, gli appunti, la sua vita che nessuno può conoscere e apprezzare veramente perché è chiusa al pubblico, ormai pericolante. “Inutili gli appelli di tanti a farne una casa museo, a memoria e insegnamento per le nuove generazioni – scrive ancora Lo Monaco-. L’abitazione di Livatino è in possesso di una signora che non vuole lasciarla, che si oppone a ogni timida iniziativa di farne un bene pubblico. Nell’ignavia della Pubblica amministrazione locale, dello Stato e della Regione che non fanno niente, a trent’anni dalla morte di un giudice per cui è in atto anche una causa di beatificazione come martire della chiesa, nonostante quel giudice abbia dato la sua vita anche per loro” .

“Volevamo dirglielo, signor Presidente – conclude Lo Monaco – . Vogliamo ricordarlo in questi giorni di celebrazioni e passerelle che diventano odiose se non riescono a scuotere la coscienza di quanti devono la vita al giudice Rosario Livatino e a tutti quelli che si sono sacrificati in questa interminabile lotta alle mafie. Signor Presidente, – conclude Lo Monaco –  aiuti la comunità degli onesti con la sua autorevolezza a creare la casa museo Giudice Rosario Livatino a Canicattì”.

“Rosario Livatino merita di essere onorato e ricordato anche perché rappresenta, con il suo estremo sacrificio, il simbolo della migliore gioventù di Sicilia. Quella che non è disposta a scendere a compromessi con i poteri criminali e sceglie, al contrario, di consacrare la propria vita agli ideali di Giustizia e al perseguimento del bene comune. Alla sua memoria l’omaggio del governo regionale, interprete del sentimento della Comunità isolana”.
Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

“La presenza a Palermo, al Palazzo di Giustizia, del Presidente della Repubblica in occasione del 30° anniversario della uccisione di Rosario Livatino è la conferma della dimensione nazionale del contrasto alla mafia.
È anche conferma ulteriore del mutato quadro istituzionale e del cambiamento culturale, ben lontano dagli anni nei quali la mafia aveva il volto, il sostegno e la complicità di uomini delle istituzioni e di operatori economici e sociali”. Lo dichiara il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

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