La Procura di Agrigento ha chiesto 47 rinvii a giudizio nell’ambito del secondo filone di inchiesta sulla cosiddetta “fabbrica dei falsi invalidi” che, nel settembre del 2014, ha fatto scattare una ventina di arresti.

Certificati con patologie inesistenti

L’avviso di conclusione delle indagini per 54 indagati venne notificato il 30 marzo del 2019 e riguardò numerosi medici, accusati di avere rilasciato false certificazioni per patologie inesistenti o aggravate rispetto alla reale entità, e pazienti che, grazie a certificati falsi, avrebbero beneficiato di previdenze di vario tipo.

Coinvolti anche insegnanti “furbetti”

Nella lista anche alcuni insegnanti che, con questo stratagemma, avrebbero ottenuto l’assegnazione di una sede vicino casa. L’udienza preliminare è stata fissata per il 4 ottobre davanti al gup Luisa Turco.

L’operazione dell’epoca

Nel 2014, quando scattò l’inchiesta, furono 19, compresi 10 medici, le persone destinatarie dell’ordinanza cautelare del gip Ottavio Mosti, emessa su richiesta del procuratore Renato Di Natale, dell’aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto Andrea Maggioni in relazione a questa inchiesta che riguardava falsi invalidi. Per sei è stata disposta la custodia in carcere, per otto gli arresti domiciliari e a cinque indagati è stato imposto l’obbligo di presentazione a polizia e carabinieri.

Tutta l’impalcatura dell’indagine

Gli indagati furono complessivamente 101. I reati ipotizzati erano corruzione, falso e truffa aggravata. Nell’ambito dell’inchiesta ‘La carica dei 104’ della Procura di Agrigento, la digos della questura, in esecuzione di un ordinanza del Gip, aveva arrestato un presunto “intermediario e procacciatore d’affari, nonché anello di congiunzione per l’operatività del sodalizio criminale”. Destinatario del provvedimento cautelare in carcere anche un tecnico radiologo che, secondo l’accusa, avrebbe messo in contatto “i pretesi falsi invalidi con i medici compiacenti infedeli: radiologi, reumatologi, audiologi in servizio al poliambulatorio di Agrigento”.

Diversi episodi ricostruiti

Furono diversi gli episodi ricostruiti dagli inquirenti. Dalla spirometria realizzata dallo stesso medico che soffiava nello strumento clinico in assenza del paziente, ai consigli dati prima di una radiografia per la postura da assumere per fare emergere difetti non esistenti. E poi ancora ‘Furbetti’ della 104 che pagavano con banconote contanti, 100-200 euro, dottori o intermediari per le ‘agevolazioni’; persino malati che camminavano senza problemi per strada e salivano gradini, ma che il giorno del controllo disposto dalla magistratura arrivarono in barella o sulla sedia a rotelle.

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