Scene di ordinaria follia al pronto soccorso di Agrigento, struttura più volte finito al centro delle cronache per le continue aggressioni al personale medico e non. Questo il quadro dipinto dal vicepresidente della commissione Sanità all’Ars Carmelo Pullara che questa mattina si è recato al pronto soccorso del “San Giovanni di Dio” per constatare di persona quanto sta accadendo in queste ore. Ad emergere una situazione di totale carenza di organico e che a cascata finisce per creare disservizi.

Sopralluogo a sorpresa per un incontro saltato

“Questa struttura ci ha tristemente abituato a scenari che nulla hanno a che vedere con l’umanità, il senso civico, il coraggio di quel personale, nettamente sott’organico che diventa bersaglio di rabbia incontrollata e comprensibile esasperazione che in questo caldo estivo ha effetti devastanti”: sono le prime parole del parlamentare che ha fatto questo sopralluogo dopo che era saltato il previsto incontro per affrontare le problematiche di un altro ospedale, il “San Giacomo d’Altopasso” di Licata, a cui doveva presenziare tra gli altri il commissario straordinario dell’Asp Mario Zappia. “Essendo saltato questo appuntamento, – sottolinea Pullara – inutile andare avanti senza il vertice dell’Asp,  ho deciso di verificare di persona lo stato dell’arte del pronto soccorso dell’ospedale di Agrigento, dove si riversano anche molti utenti licatesi. Nel nosocomio agrigentino ci sono in totale 60 pazienti, di cui circa 20 in astanteria, assistiti da un medico che copre il turno di mattina e di pomeriggio insieme a due infermieri e due Oss (operatori socio-sanitari, ndr). La notte nessun medico è di turno”.

Solo due medici in pronto soccorso

Secondo quanto sostiene Pullara questa mattina al pronto soccorso per circa 60 pazienti in attesa vi erano solo due soli medici, due infermieri e due ausiliari. “Questi – precisa il parlamentare – la notte badano anche ai 20 pazienti dell’astanteria.  Problemi anche al pre-triage dove c’è un solo infermiere, lo stesso che esegue tampone e valutazione.  Inoltre ci sono 5 pazienti in isolamento assistiti da due infermieri e un solo Oss. Ad oggi l’unica Tac funzionante è la stessa che serve pazienti covid e non covid con rallentamento notevole perchè tra un ingresso e l’altro occorre la sanificazione. La Tac dedicata ai pazienti non covid è ancora guasta”.

Al reparto di chirurgia altre criticità

“Criticità – aggiunge Pullara – anche per la chirurgia vascolare che risulta chiusa. C’è solo un servizio poliambulatorio e i pazienti vengono poi trasferiti in altri reparti o presidi. Chiuso anche il reparto di Medicina, attivo solo il reparto covid. Tutto questo avviene in un pronto soccorso che nel solo anno in corso ha gestito ben 26mila e 500 accessi”. Durante il sopralluogo al San Giovanni di Dio il parlamentare regionale ha ascoltato le lamentele della gente: “Mi hanno riferito – conclude Pullara – che un codice giallo ha dovuto aspettare su una sedia che si liberasse un letto per 30 ore, mentre un codice verde è in pronto soccorso da sabato. Inoltre, questa è una situazione da terzo mondo, mancano i bagni, lenzuola monouso e normali, guanti e disinfettante. Per tutti i pazienti del pronto soccorso sono disponibili solo tre monitor e le barelle presenti sono acconciate alla meglio con garze e nastri adesivi di fortuna. Un’immagine desolante anche per tutti quei turisti che sono in vacanza in Sicilia e che vedono uno scenario bellico, tutto questo nonostante l’encomiabile lavoro di tutto il personale che non finiremo mai di ringraziare”.

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