Una trentina di trenta impiegati del Comune di Favara, nell’Agrigentino, sono indagati per assenteismo dal lavoro. Il sostituto procuratore di Agrigento, Gloria Andreoli, ha fatto notificare a tutti un avviso di proroga delle indagini preliminari dell’inchiesta. I reati ipotizzati sono falso ideologico e truffa aggravata.
Inquirenti alla ricerca di documenti
Il magistrato ha disposto anche l’acquisizione di documenti in municipio. Secondo l’accusa ci sarebbero state false timbrature per far risultare presenti alcuni dipendenti quando erano in realtà assenti. Indagini sono in corso anche su certificati medici per giustificare l’assenza al lavoro. L’inchiesta è stata avviata nel 2021.
Altro caso recente in provincia
Quello di Favara non è l’unico caso che scuote la pubblica amministrazione Agrigentina. Nel novembre scorso 16 le richieste di condanna e 4 quelle di assoluzione per altrettanti impiegati del Comune di Palma di Montechiaro. Gli imputati ritenuti responsabili del reato di assenteismo. Come hanno dimostrato le indagini, i dipendenti furbetti sarebbero andati al bar, al supermercato a fare la spesa o semplicemente stavano chiusi dentro la propria auto a leggere il giornale invece di recarsi sul posto di lavoro.
Grave danno per il Comune agrigentino
Un danno, secondo il pm della procura di Agrigento, Cecilia Baravelli, superiore rispetto all’importo delle retribuzioni non dovute perché incide sul funzionamento dell’ente e fa perdere la fiducia del cittadino. Sono in tutto 20 i dipendenti a processo nei cui confronti sono state proposte pene comprese fra i 12 e i 19 mesi di reclusione.
Le indagini sui furbetti del cartellino
I pedinamenti e i servizi di osservazione svolti in due fasi, nel 2014 e nel 2015. Avrebbero fatto emergere, secondo quanto ipotizza l’accusa, un fenomeno diffuso e collaudato di allontanamento dal posto di lavoro dopo avere passato regolarmente il badge. “Le telecamere – ha aggiunto il pm Baravelli – hanno provato che un imputato, un sabato mattina, neppure è andato in ufficio ma gli è stata pagata la retribuzione, inquadrata come straordinario, grazie al collega che ha timbrato per lui”. Ed è proprio il lettore elettronico che attesta la presenza dei dipendenti che sarebbe stato controllato dai carabinieri durante le indagini. Utilizzata una telecamera nascosta che immortalava la scena degli impiegati che passavano il proprio tesserino digitale e poi si allontanavano.
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