Incendio a terreni confiscati alla mafia gestiti da una cooperativa che lavora nell’Agrigentino. Il sospetto è che si possa essere di fronte ad un rogo di natura dolosa. Altre volte questa stessa realtà è stata colpita da atti intimidatori.

La coltivazioni in contrada Gibbesi

Per l’esattezza l’incendio ha interessato 30 ettari di terreno coltivati a grano. Non uno dei tanti incendi che si registrano in questo periodo dell’anno. Un rogo, l’ennesimo che colpisce la coop agricola, delle colture della “Rosario Livatino-Libera terra” di Naro, nell’Agrigentino. Coltivazioni fatte in contrada Gibbesi, su un fondo confiscato alla mafia nel 1992 dal tribunale di Agrigento e assegnato alla “Rosario Livatino-Libera terra” nel 2015.

Danno per migliaia di euro

Il danno provocato alla coop è stato quantificato in circa 20 mila euro ed è coperto da assicurazione. Indagano i carabinieri.

La solidarietà

“Esprimo la mia solidarietà alla cooperativa ‘Rosario Livatino-Libera Terra’ per l’incendio doloso che ha colpito i terreni coltivati a grano sul fondo confiscato alla mafia – commenta il vicepresidente della Regione e assessore regionale all’Agricoltura, Luca Sammartino -. L’attività della cooperativa è da sempre baluardo di legalità e testimonianza concreta di come possa impiantarsi il seme del lavoro e dell’impresa sana. Proprio lì dove prosperava l’illegalità, facendo recuperare allo Stato e alla società porzioni di territorio. Al più presto mi recherò a Naro per incontrare i responsabili della cooperativa, la cui attività ispirata alla figura del beato Rosario Livatino è esempio e stimolo per noi tutti”.

La forte denuncia nel 2020

Più volte la cooperativa è stata presa di mira da raid di questo tipo. Undici anni fa nasceva con bando pubblico la cooperativa “Rosario Livatino Libera Terra” per la gestione dei terreni sequestrati. Terreni che furono sequestrati proprio dal magistrato ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990. Nel 2020 la forte denuncia dei gestori che parlarono di come parte di questi terreni fossero ancora in mano a persone che li occupavano senza averne titolo e con metodi mafiosi. A dirlo fu il presidente della cooperativa Giovanni Lo Iacono.

Situazione peggiorata

Sempre Lo Iacono fece forti esternazioni, disse che “negli ultimi tempi la situazione sembrava essere peggiorata”. Parlò di decine di ettari occupati da greggi dei pastori della zona che provocano danni notevoli. Tempo fa la stessa cooperativa subì l’incendio di una ventina di ettari di seminativo e una ulteriore serie di danneggiamenti. La cooperativa ha denunciato più volte questo stato di cose alle istituzioni, all’opinione pubblica e alle forze dell’ordine.

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