Migranti in pericolo in acque Maltesi, minori non accompagnati che protestano nell’hotspot  mentre ancora il sistema di accoglienza si prepara a cambiare. Il lungo week-end del primo Maggio non ha visto l’assalto degli sbarchi come avvenuto nel week-end lungo precedente. Complice il maltempo gli arrivi hanno subito uno stop ma le vicende migrazioni hanno comunque tenuto banco.

Alarm phone su migranti a rischio

Ci sono “36 migranti in pericolo in acque Sar maltesi” ha reso noto Alarm Phone via Twitter nella serata di ieri. “Alarm Phone è stata contattata da una piccola imbarcazione in difficoltà. Un mercantile si trovava sulla scena, ma è ripartito senza prestare assistenza. Un altro caso di omessa assistenza da parte delle autorità maltesi” ha denunciato l’ong.

La protesta dei minori non accompagnati a Lampedusa

intanto circa 500 migranti, minori non accompagnati, hanno protestato, urlando, salendo sui tetti dei padiglioni dell’hotspot di Lampedusa e minacciando di lanciarsi di sotto, perché è da troppo tempo che sono ospiti della struttura di contrada Imbriacola e, contrariamente ad altri, non vengono trasferiti. Chiedono risposte, entro domattina, sui tempi dei loro trasferimenti. La minaccia è che daranno corso, in assenza di risposte, a proteste eclatanti. A riportare la calma, nella struttura di primissima accoglienza, dove al momento ci sono 647 ospiti  di cui ben 500 sono proprio minori non accompagnati (nei giorni intorno al 25 aprile si è arrivati anche oltre i duemila ospiti), sono stati i poliziotti che sono in servizio all’hotspot. La Prefettura di Agrigento, nonostante gli sforzi e i sistematici contatti telefonici con le strutture d’accoglienza della penisola, non riesce a trovare i posti per trasferire un numero così massiccio di minori.

Primo Maggio a Lampedusa per il questore di Agrigento

E a Lampedusa per il Primo maggio è arrivato anche il Questo di Agrigento  “Oggi noi siamo qui, come in un giorno qualunque e come ieri domenica, a lavorare per il Paese. Non è banale, non è scontato dire loro ‘grazie’. Grazie a voi e alle vostre famiglie cui mancherete anche oggi. I nostri cari però sono abituati perché chi sposa o è genitore o figlio o compagno di uno di noi sa cosa facciamo, conosce i sacrifici e l’impegno e condivide con noi anche l’orgoglio di sentirsi utili per tutti, di lavorare per lo Stato che è fatto da tanti di noi. Siamo onorati di lavorare anche oggi” – ha detto Emanuele Ricifari rivolgendosi e donne e uomini della Polizia ma anche delle altre forze dell’ordine e agli impiegati della Prefettura.

“Lo siamo perché diamo così un segno del nostro ‘Esserci sempre’. Sono davvero onorato di servire con voi oggi. Grazie ragazzi”.

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