Negli scorsi giorni Mareamico ha scoperto un grosso sversamento di fognature nel fiume Akragas, che poi finiva nel mare di San leone. Dopo la nostra segnalazione l’ARPA, la Capitaneria di Porto e l’ASP hanno certificato l’inquinamento mediante l’utilizzo del tracciante, la fluorescina, che ha dimostrato che attraverso uno scolmatore di piena posto sulla via Emporium le fogne, invece di andare verso il depuratore di Sant’anna, finivano nel fiume, senza alcuna depurazione.

AICA ha dichiarato la propria estraneità

“Aldilà della gravità dei fatti narrati – dice in una nota l’associazione ambientalista Mareamico Agrigento che ha denunciato gli sversamenti – vi è da aggiungere che il direttore generale dell’AICA ha dichiarato la propria estraneità, nonostante la perdita sia riconducibile a una condotta da loro gestita”. A questo punto Mareamico e l’Associazione Konsumer hanno chiesto ufficialmente all’AICA di chiarire definitivamente cosa sia realmente successo, poiché è inaccettabile che vi siano sversamenti incontrollati di tale entità, senza che il gestore se ne avveda e provveda tempestivamente ai sensi di legge.

La denuncia nei giorni scorsi

La denuncia arriva dall’associazione ambientalista Mareamico che ha anche documentato con foto e video quanto sta accadendo. Da sempre Mareamico ha monitorato lo stato d’inquinamento del fiume Akragas e l’antistante mare. “Le cause di questo inquinamento – dicono gli ambientalisti di Mareamico Agrigento in una nbreve nota –  per noi erano imputabili al cattivo funzionamento del depuratore di Sant’Anna e anche di qualche scarico fognario isolato lungo il corso del fiume, occultato tra le sterpaglie”.

Gli scarichi fognari sul lato sinistro del fiume Akragas

Gli attivisti di Mareamico però ora hanno trovato tre grossi scarichi fognari sul lato sinistro del fiume Akragas, a pochi metri dal mare di San Leone. Uno di questi, posizionato proprio alle spalle dell’edificio della soprintendenza, drena un grosso quantitativo di liquami fognari provenienti dalla zona del villaggio Peruzzo/parco Oliva. “Questa situazione nell’anno 2022 non è più tollerabile, e per tale motivo abbiamo segnalato la cosa all’ARPA, ai Carabinieri e alla Procura di Agrigento, per l’accertamento dei responsabili”, denuncia il gruppo che collabora per preservare gli ambienti e gli ecosistemi della zona dell’Agrigentino ormai da anni.