Va in prova ai servizi sociali l’ex direttore delle Poste di un comune dell’agrigentino condannato per truffa ai clienti. Si tratta di Vincenzo Di Rosa, 61 anni, finito sotto inchiesta per fatti risalenti a partire dal 2015 e poi per l’appunto condannato, come riporta il Giornale di Sicilia. Nei suoi confronti aveva indagato la Procura di Agrigento che ricostruì tutto il meccanismo di frode che aveva messo in atto.

La condanna

L’uomo è stato condannato a 3 anni e 10 mesi con le accuse di truffa e peculato. Secondo l’accusa, confermata nei vari gradi di giudizio, ha sottratto a degli anziani clienti di Castrofilippo circa 160 mila euro dai loro libretti di risparmio e conti correnti. Le indagini dei carabinieri partirono da una serie di segnalazioni delle presunte vittime e del responsabile ai controlli interni di Poste italiane. Una mezza dozzina di vittime che si costituirono parte civile al processo.

I clienti si fidavano

L’ex direttore in poche parole avrebbe carpito la fiducia dei clienti. Alcuni di loro, tanto si fidavano al punto che gli lasciarono nelle mani i loro libretti di risparmio. Dunque l’allora funzionario aveva libero accesso per entrare all’interno e fare i necessari movimenti. Nella ricostruzione di un episodio in particolare è emerso che Di Rosa truffò un anziano con la scusa di dovergli fare un calcolo sugli interessi sul proprio libretto di risparmio. Chiese quindi di potersi trattenere il libretto ma in realtà non fece alcun calcolo. Con un’operazione riuscì a sottrarre da quel libretto all’incirca 50 mila euro.

Il recente caso a Palermo

Di recente una donna palermitana truffata per una carta di credito clonata, intenta causa con Poste Italiane e vince. Il suo libretto di risparmio, custodito in cassaforte, si scopre essere estinto per effetto di questa clonazione della carta di credito. L’arbitro per le controversie bancarie e finanziarie condanna Poste a risarcire la risparmiatrice. È quanto successo a una signora che nel 2018 apre un libretto di risparmio postale, a cui era associata una carta bancomat, per conservare i propri risparmi. Tuttavia la signora aveva utilizzato la carta solo una volta, nel 2020, per un prelievo di 600 euro. Perché lo scopo del libretto era quello di mettere da parte dei risparmi. Proprio per questa ragione, lo stesso giorno dell’unico prelievo, decideva di mettere la carta in cassaforte: il risparmio era al sicuro, essendo l’unica a conoscere i codici.

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