Interagiva con i suoi followers su Tik Tok nonostante stesse scontando i domiciliari per traffico di sostanze stupefacenti in concorso. Un trentenne nisseno è stato condotto in carcere dalla polizia che ha eseguito un’ordinanza di sostituzione di misura cautelare disposta dal Gip. L’indagato, in almeno dieci casi documentati dagli agenti della sezione volanti, si è reso responsabile di violazione delle prescrizioni imposte dal giudice con l’applicazione degli arresti domiciliari, pubblicando svariati video e foto e rispondendo ai commenti postati dai suoi conoscenti.

Ha avuto contatti con altri indagati

Dall’esame delle foto e dei video postati, i poliziotti hanno evidenziato che il trentenne, mentre si trovava ai domiciliari, ha avuto anche contatti con altri coindagati. In un video il giovane ha esaltato il suo status di detenuto domiciliare con sottofondo musicale del brano “Il capo dei capi“, mimando le parole “la galera era molto dura ma per Totò era villeggiatura…”, in un altro video mostra ai suoi followers l’atto di tagliare il braccialetto elettronico con una forbice, commentando “finalmente libero, era ora”. Infine ridicolizzava la polizia nel corso dei controlli, postando la foto di una volante e la scritta “quando stai dormendo e arriva la sveglia…”, con gli hashtag #arrestidomiciliari #riposino #arrivalintruso.

Caso analogo a Palermo

Un caso analogo è accaduto anche a Palermo. Qualche ora dopo essere finito agli arresti domiciliari per droga Francesco Gelfo, 22 anni, aveva scaricato la sua rabbia su Tik Tok ed esultava per avere evitato il carcere: “Me l’avete sucato. Sono a casa con gli arresti domiciliari”. Arrestato con l’accusa di spaccio nell’ultima operazione Africo della guardia di finanza, Gelfo aveva postato un video su Tik Tok dove esultava. E poi due faccine divertite. Sotto: “La galera è di passaggio, sempre a testa alta”. In sottofondo, una delle colonne sonore più gettonate di questo tipo di post, “Rispetto e libertà” di Nello Amato. E giù tanti like, con relativi commenti degli amici. “C’è da andarne fiero”. Oppure: “Diglielo a sti 4 fanghi”. Per questo motivo fu arrestato.

 

 

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