Confcommercio Catania e l’Ordine dei Commercialisti di Catania si impegnano a collaborare per favorire lo sviluppo socio-economico del territorio, ottimizzando la gamma e la qualità dell’assistenza alle imprese, con un accordo che è stato firmato stamattina nella sede di Confcommercio Catania dai rispettivi presidenti Riccardo Galimberti e Giorgio Sangiorgio, alla presenza di Caterina Cannata delegata dalla Confcommercio a coordinare l’operatività dell’accordo.
La presenza dell’Ordine dei commercialisti – ha esordito il presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia di Catania Galimberti – è fondamentale nel rapporto di collaborazione perché proprio questa sorta di isolamento, sia delle confederazioni che degli ordini professionali, non è positivo. In realtà non c’è regime di concorrenza ma anzi, abbiamo problemi comuni.
Di triplice natura: problema di ordinaria gestione, quindi occorre maggiore informazione e uno scambio di indicazioni sulle direttive dell’ordinaria gestione dell’attività di impresa e sulla parte contabile fiscale relativa. Poi c’è una parte straordinaria/ordinaria, che sono le patologie dei bilanci delle imprese, come affrontarle e come risolverle nel modo più corretto soprattutto nell’ambito di salvare l’economia della singola impresa.
E poi c’è la terza parte, cercare di fare sviluppo e per farlo bisogna trovare modelli innovativi di collaborazione (le reti, maggiore informazione), insomma uscire da questo individualismo che, oggi come oggi, per una sorta di pessimismo imprenditoriale isola l’imprenditore stesso e lo tiene fermo in un regime di “faccio l’incudine e non il martello”.
Promozione di iniziative di divulgazione scientifica su singoli temi di interesse, tavoli di confronto, sensibilizzazione in merito a tematiche legate allo sviluppo imprenditoriale locale ed alla formazione professionale, questi i punti salienti sottoscritti nell’accordo.
“L’ordine che mi onoro di rappresentare già da un paio di anni ha attivato una serie di azioni con diversi attori presenti nel territorio. Confcommercio, che rappresenta una delle realtà più importanti del mondo associativo nella nostra provincia, ancora mancava – ha sottolineato il presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Catania Giorgio Sangiorgio – I commercialisti e Confcommercio sono accomunati da un aspetto: entrambi sono a fianco delle imprese. Sono in prima linea, e ne sono consapevoli, e per questo intendono svolgere questo ruolo appieno, lavorando in sinergia con gli altri attori del territorio per fare di più e meglio. L’obiettivo del protocollo è quello di individuare tematiche concrete relative al mondo delle imprese e delle professioni, da un lato cercare di approfondirle assieme, attraverso tavoli tecnici e commissioni di studio, e dall’altro organizzare eventi formativi su tematiche importanti per la nostra economia. La nostra città ha bisogno di iniziative di questo tipo, cercheremo insieme di dare un contributo per avviare un percorso di miglioramento dell’economia del territorio che è parecchio in sofferenza, e noi, come Confcommercio, che viviamo accanto alle piccole e medie imprese, sappiamo che sono in grande difficoltà. In altre realtà italiane a volte c’è un rapporto conflittuale perchè Confcommercio, svolgendo alcuni servizi, viene vista da certi colleghi come un concorrente ma non lo è assolutamente, remiamo tutti verso la stessa direzione e quindi significa supportare imprese e cittadini e anche, lo dico ai miei iscritti, un occasione di sviluppo della propria attività professionale svolta sempre ai massimi livelli di professionalità, con la qualità che caratterizza gli iscritti all’Ordine”
“La presenza dell’Ordine dei commercialisti è fondamentale nel rapporto di collaborazione perché proprio questa sorta di isolamento, sia delle confederazioni che degli ordini professionali, non è positivo. In realtà non c’è regime di concorrenza ma anzi, abbiamo problemi comuni. Di triplice natura: problema di ordinaria gestione, quindi occorre maggiore informazione e uno scambio di informazioni sulle direttive dell’ordinaria gestione dell’attività di impresa e sulla parte contabile fiscale relativa. Poi c’è una parte straordinaria/ordinaria, che sono le patologie dei bilanci delle imprese, come affrontarle e come risolverle nel modo più corretto soprattutto nell’ambito di salvare l’economia della singola impresa. E poi c’è la terza parte, cercare di fare sviluppo e per farlo bisogna trovare modelli innovativi di collaborazione (le reti, maggiore informazione), insomma uscire da questo individualismo che, oggi come oggi, per una sorta di pessimismo imprenditoriale isola l’imprenditore stesso e lo tiene fermo in un regime di “faccio l’incudine e non il martello”.
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