I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Catania Piazza Dante, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare che dispone la carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania, ha arrestato il 49enne catanese Giuseppe Minutola.

L’uomo, lo scorso mese di gennaio è stato destinatario di un provvedimento che lo sottoponeva agli arresti domiciliari nell’ambito dell’operazione “Concordia”, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia e condotta dal nucleo operativo della compagnia carabinieri di Catania Piazza Dante.

Il relativo provvedimento restrittivo, originariamente, era stato emesso nei confronti di 22 persone indagate a vario titolo dei reati di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere di San Cristoforo, che, tra l’altro, prevedeva anche la consegna di cocaina e crack “a domicilio” e “su ordinazione”.

Nei confronti di Minutola la Corte di Cassazione, accogliendo ora il ricorso della Procura della Repubblica avverso quel provvedimento del giudice per le indagini preliminari, ha disposto l’immediata sostituzione di quella misura cautelare con quella della custodia in carcere, a seguito della quale l’uomo è stato associato al carcere di Brucoli a Siracusa.

L’operazione dello scorso gennaio

Nel gennaio scorso, una ‘piazza di spaccio’ nello storico rione San Cristoforo fatturava 10mila euro al giorno è stata sgominata dai carabinieri del comando provinciale di Catania che hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip nei confronti di 22 indagati. Di questi 10 sono finiti in carcere, 7 ai domiciliari e 5 hanno l’obbligo di dimora.

Nell’ambito della stessa operazione, denominata Concordia, militari dell’Arma hanno disarticolato anche un gruppo specializzato nella vendita ‘a domicilio’ di cocaina e crack che veniva consegnata ai ‘clienti’ su ‘ordinazione’ utilizzando dei pusher motorizzati. A gestire la ‘piazza di spaccio’ nella zona di via della Concordia era un 56enne agli arresti domiciliari aiutato dal suocero e dalla moglie: in un video girato dai carabinieri si vede la donna con in braccio un bambino piccolo mentre aiuta il marito a raccogliere una busta contenente droga.

Tra gli indagati anche due tassisti che rivendevano la cocaina ai clienti di un locale notturno. Dalle indagini è emersa la presenza di un altro gruppo, attivo nella zona della stazione ferroviaria, che vendeva la droga soltanto con la tecnica del ‘domicilio’, consegnando la cocaina a casa dei ‘clienti’ o in posti con loro concordati.

Dieci degli indagati risultati percettori di reddito di cittadinanza saranno segnalati all’Inps per la sospensione del beneficio.

L’inchiesta della Dda si è conclusa in tempi brevi: l’informativa finale dei carabinieri è stata depositata a fine maggio del 2020 e la richiesta cautelare è stata avanzata dalla Procura al Gip il mese successivo.