La Cassazione ha annullato, senza rinvio, perché il fatto non sussiste la condanna a un anno di reclusione ciascuno per reato elettorale nei confronti dell’ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e e di suo figlio Toti emessa, il 10 luglio del 2019, dalla Corte d’appello di Catania. Con la stessa formula erano stati assolti in primo grado dal Tribunale monocratico, presieduto da Laura Benanti.

Secondo l’accusa, i Lombardo avrebbero promesso due posti di lavoro in cambio di voti in favore di Toti eletto con 9.633
preferenze nella lista del Mpa alle Regionale dell’ottobre del 2012. A dare il via all’inchiesta erano state dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. La sentenza è definitiva.

Il posto di lavoro, secondo quelle che era la ricostruzione dell’accusa che aveva portato al processo,  sarebbe stato promesso a Ernesto Privitera e Angelo Marino in favore dello stesso Marino e di  Giuseppe Giuffrida, quest’ultimo in seguito effettivamente assunto. La squadra mobile della Questura di Catania ha eseguito intercettazioni ambientali e telefoniche e ha ascoltato in particolare Privitera. A lui, secondo l’accusa, Toti Lombardo, al telefono, e Raffaele Lombardo, di persona, avrebbero assicurato due assunzioni in un’impresa privata per la raccolta dei rifiuti in cambio di voti.

 

 

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