I resti umani di almeno una decina di corpi sono stati trovati accatastati l’uno sull’altro sotto una botola all’interno dell’eremo di Monte Scalpello, a Castel di Iudica, in provincia di Catania. A darne notizia stamane è il quotidiano ‘La Sicilia’. La scoperta è avvenuta durante i lavori di restauro del luogo di culto.

La segnalazione alla Procura

Sul posto sono intervenuti la polizia municipale, i carabinieri ed un dirigente dell’Asp di Catania. Del ritrovamento è stata informata la Procura della Repubblica di Caltagirone, che ha sequestrato la botola affidandola in custodia al parroco Pietro Mannuca. Accertamenti dovranno ora stabilire a che epoca risalgano i resti.

Scartata ipotesi di lupare bianche

“Allo stato non vi sono elementi per ritenere che questi resti provengano da episodi di lupara bianca. Si tratta di resti risalenti ad oltre 100 anni addietro”. Lo ha detto all’Ansa il procuratore della Repubblica di Caltagirone Giuseppe Verzera in merito ai resti umani ritrovati nell’eremo. Verzera ha infine ribadito che sono in corso da parte della Procura calatina “tutti gli accertamenti necessari”.

A febbraio la scoperta nel Siracusano

Sei mesi fa all’incirca i carabinieri di Ortigia, a seguito di segnalazione di un escursionista, sono intervenuti in una grotta di notevoli dimensioni ubicata nella zona della “Pillirina” nel Siracusano.  L’uomo, durante uno dei trekking in zona, è entrato nella cavità ed ha notato una calotta cranica, due conchiglie e altri presunti minuscoli frammenti di cranio. E’ stato consultato un archeologo, per cui potrebbe trattarsi di resti umani facenti parte di un’antica sepoltura preistorica per la presenza di queste conchiglie. Sono poi intervenuti anche i carabinieri della sezione Tutela Patrimonio Culturale e un Antropologo della Soprintendenza Beni Culturali di Siracusa che hanno prelevato il materiale per effettuare più approfondite indagini.

Altri ritrovamenti nel Catanese

Andando ancora a ritroso, nel novembre dello scorso anno furono trovati anche resti umani dalla guardia di finanza in una grotta dell’Etna, nel Catanese. All’epoca prese sempre più corpo l’ipotesi che questi resti potessero appartenere a Mauro De Mauro, il noto giornalista de L’Ora rapito da un commando mafioso e scomparso la sera del 16 settembre 1970. Secondo le priem sommarie informazioni raccolte questi resti appartenevano ad un uomo dall’apparente età di 50 anni, alto circa un metro e settanta e con delle malformazioni congenite a naso e bocca. E’ stato trovato dai militari del soccorso alpino della guardia di finanza di Nicolosi.

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