L’ha pedinata sotto casa, sul posto di lavoro, mentre era semplicemente a passeggio con gli amici. In un’occasione persino inseguita e tamponata con l’auto. Per la vittima, una giovane di Trescastagni nel catanese, l’incubo è finito. Il suo stalker è stato arrestato su ordine della Procura a conclusione di una serie di indagini che hanno confermato il clima di terrore a cui era sottoposta la donna.

Il provvedimento

Le indagini sono state a carico di un 28enne abitante a Trecastagni, accusato di atti persecutori. Nei suoi confronti è scattata la misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico, eseguita dai carabinieri della locale stazione. Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere, hanno fatto luce sulle condotte, anche violente, poste in essere dall’uomo. Secondo quanto ricostruito dallo scorso mese di dicembre lo stalker avrebbe incessantemente tentato di contattare la donna con l’obiettivo di controllarla, dopo la fine della relazione che era stata decisa dalla stessa vittima.

I riscontri della Procura

Secondo la Procura, sulla base delle indagini dei carabinieri, il giovane avrebbe assunto comportamenti “con modalità di intrusività ed assillanza tali da costituire molestie sussumibili nelle condotte persecutorie sanzionate dalla norma in disamina”. Ad ingenerare nella donna un perdurante stato di ansia e paura sarebbero stati lo stillicidio di messaggi con i quali l’uomo le avrebbe chiesto con petulanza di tornare insieme, i frequenti pedinamenti e appostamenti nei pressi della sua abitazione, del luogo di lavoro e dei locali quando la sera la donna in compagnia di amici sarebbe stata “pizzicata” dall’ex che la fissava insistentemente.

I pedinamenti anche pericolosi

L’uomo l’avrebbe a volte pedinata con l’auto e tentato di farla accostare persino con manovre azzardate e pericolose. In un’occasione, raggiunta sul posto di lavoro, la vittima sarebbe stata aggredita dall’uomo che avrebbe dapprima cercato invano di impedirle di entrare in auto, salvo poi inseguirla fino al porto di Catania, dove l’avrebbe tamponata e ulteriormente ingiuriata. A fondare nella donna il timore per l’incolumità propria e di chi le stava accanto ci sarebbero stati poi i numerosi e gravi messaggi vocali minatori, anche di morte, ricevuti dall’ex e rivolti non solo a sé, ma anche all’attuale fidanzato.

Le minacce di suicidio

Addirittura l’ex compagno avrebbe paventato di suicidarsi o di compiere gesti autolesionistici pur di convincerla a tornare insieme. La perniciosità e l’invasività delle condotte che sarebbero state poste in essere dal 28enne, rispondenti secondo la Procura “a dinamiche di possesso e controllo”, avrebbero pertanto compromesso gravemente la qualità della vita della donna ed anche di chi le stava accanto. Anche la madre sarebbe stata molestata con pressanti messaggi per ottenere informazioni sulla figlia.

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