In fase di ripresa l’attività eruttiva nell’Etna con la crescita del tremore vulcanico. La ripresa di una modesta attività esplosiva al cratere di Sud Est è stata evidenziata da bagliori visibili sulle telecamere della rete di videosorveglianza. E’ stata osservata la notte scorsa dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo di Catania.

Fenomeni “confinati”

I fenomeni, al momento, sono confinati all’interno del cratere e generano delle discontinue e blande emissioni di cenere. Sulla base del modello previsionale, il plume vulcanico si dirige in direzione Sud Ovest. Dalle 2,30 è stato anche osservato un incremento dell’ampiezza media del tremore fino a valori medi con un andamento in crescita.

Sorgente a 3 mila metri

La sorgente è ubicata nell’area del cratere di Sud Est a una profondità di circa 3.000 metri dal livello del mare. Contestualmente, anche l’attività infrasonica ha mostrato un incremento e risulta localizzata al cratere di Sud Est. L’attuale fase eruttiva dell’Etna non impatta, al momento, sull’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania.

La scossa dei giorni scorsi

Da evidenziare che nei giorni scorsi, a proposito di eventi naturali, una scossa di magnitudo 3.3 è stata registrata sul versante Est dell’Etna dall’Ingv di Catania, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Il sisma è stato nettamente avvertito in numerosi paesi. L’ipocentro è stato localizzato a 2 chilometri a est da Santa Venerina a una profondità di 19 chilometri. Nessun danno registrato a cose o persone. La precedente scossa di terremoto in Sicilia fu avvertita al largo delle Eolie di magnitudo 3.4, stata registrata la sera dello scorso 18 gennaio alle 19:52 ad una profondità di 415 chilometri. L’evento sismico è stato localizzato dalla sala operativa dell’Ingv di Roma al largo dell’isola di Alicudi. La scossa per la notevole profondità non ha causato danni.

Una lunga scia di eventi

In Sicilia nelle ultime settimane si sono registrati diversi eventi tellurici. L’ultimo il 2 gennaio scorso con una scossa di terremoto di magnitudo 2.1 al largo di Siracusa. L’epicentro, secondo quanto sostenuto dall’Istituto nazionale  di geofisica e vulcanologia, si è registrato ad una profondità di 29 chilometri. Non si sono registrati feriti, né interventi da parte dei vigili del fuoco e della protezione civile. La scossa, insomma, è stata lieve, di tutt’altro spessore quella del 23 dicembre che si è avuta in una buona fetta della Sicilia orientale, con epicentro a Motta Sant’Anastasia, nel Catanese, e sentita anche nel Siracusano e nel Ragusano.

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