Protestano gli studenti davanti l’Ufficio scolastico regionale di Catania, come accade anche in altre città d’Italia. Da Torino a Catania, passando per Milano, Roma e decine di altre città, gli studenti si sono mobilitati questa mattina di fronte alle scuole superiori e gli uffici scolastici regionali con striscioni e megafoni. Nel giorno in cui si sarebbe dovuti rientrare in presenza il messaggio degli studenti e del Fronte della Gioventù Comunista, organizzazione promotrice delle iniziative, è netto: “Il clima di incertezza nelle scuole è inaccettabile, a pagarne le conseguenze saranno migliaia di studenti esclusi dal diritto allo studio”.
I dati IPSOS pubblicati due giorni fa denunciano che almeno uno studente per classe avrebbe abbandonato a causa del Covid. In questo periodo di didattica a distanza l’abbandono scolastico è aumentato in modo vertiginoso. “La DAD è stata un fallimento – dicono gli studenti che protestano davanti all’ufficio scolastico di Catania – data l’assenza di un supporto reale del Governo alle scuole, la mancanza di dispositivi come tablet computer e di corsi di sostegno e misure volte a garantire il diritto allo studio”.
Quello che chiedono gli studenti è di poter rientrare a scuola in sicurezza. “Per le aziende e i settori produttivi – dichiara Fabrizio Russo, responsabile scuola del FGC di Catania – si è subito deciso che si sarebbe fatto tutto il possibile per tenerli aperti, nonostante il mese di novembre sia stato quello con il più alto numero di morti dall’inizio della pandemia, mentre le scuole rimangono chiuse senza prospettive per diritto allo studio e per un’apertura sicura”.
Gli studenti annunciano altre forme di protesta e scenderanno in piazza il prossimo 29 gennaio, nella stessa data dello sciopero generale dei lavoratori indetto dai sindacati conflittuali per conquistare ampie misure per la sicurezza delle scuole. “Esprimiamo tutta la nostra contrarietà alle politiche del Governo che gestisce la crisi pandemica per gli interessi delle aziende a scapito di quelli dei lavoratori e, di conseguenza, anche dei figli dei lavoratori, gli studenti. Nelle prossime settimane le proteste studentesche continueranno”.
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