Nel corso di una vasta operazione antimafia questa mattina i Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Enna, hanno eseguito 46 arresti su richiesta della Dda di Caltanissetta. L’operazione denominata “Ultra” ha disarticolato le famiglie mafiose di Barrafranca e Pietraperzia, nell’ennese. L’operazione è scattata anche in Germania da parte dell’Agenzia di Polizia europea Europol e della polizia tedesca, che ha fermato Giuseppe Emilio Bevilacqua, considerato uno degli esponenti di spicco dell’organizzazione.

Ai 46 indagati vengono contestati i reati, a vario titolo, di associazione mafiosa, associazione finalizzata al
traffico di droga, estorsioni, corruzione, detenzioni di armi. Nel corso dell’operazione sono anche stati sequestrati beni per un valore di oltre un milione di euro.

L’indagine risale al maggio 2018 dopo che Raffaele Bevilacqua andò ai domiciliari per ragioni di salute. Un fedelissimo di Bernardo Provenzano ed ex componente della Democrazia Cristiana degli anni 80. L’uomo ha una carriera di spicco in Cosa Nostra ed è stato anche condannato all’ergastolo in quanto considerato il mandante dell’omicidio assieme a Francesco “Ciccio” La Rocca, di Domenico Calcagno, eseguito a Valguarnera Caropepe nel maggio del 2003. Non appena tornato in libertà, l’uomo ha ripreso il comando dell’orgenizzazione. Il suo appartamento catanese è diventato luogo di summit con Alessandro Salvaggio e Salvatore Privitelli.

Bevilacqua non aveva perso il proprio carisma, anzi, Gli affiliati, in segno di rispetto, gli baciavano anche le mani, come documentato dagli investigatori. Nel progetto del capo mafia rientravano anche i suoi figli Flavio Alberto e Maria Concetta, quest’ultima avvocato del foro di Enna. Il primo era l’interfaccia del padre con il territorio ed in tale prospettiva si è occupato di tenere i contatti con gli altri affiliati e di concordare le azioni da intraprendere. Maria Concetta Bevilacqua, invece, dimostrando fierezza del ruolo ricoperto dal padre all’interno dell’organizzazione mafiosa e piena adesione alla stessa, non solo era solita compiacersi per il “rispetto” che le veniva tributato, ma, approfittando della sua professione, incontrava presso il suo studio legale di Barrafranca gli affiliati ai quali consegnava i “pizzini” scritti dal genitore con gli ordini da eseguire.

A conferma che il tempo e la detenzione non abbiano rescisso il legame con l’organizzazione è stato documentato come Filippo Milano, anche lui storico affiliato alla famiglia barrese, nel tempo avesse consegnato ai famigliari del suo capo cospicue somme di denaro con le quali, come la moglie del boss Giuseppa ammetteva, aveva provveduto a soddisfare i “piaceri” dei figli, tra cui la festa di laurea di Maria Concetta pagata proprio con il denaro provento di attività illecite.

Gli interessi di Bevilacqua erano piombati sull’appalto del valore di 7.5 milioni di euro per la gestione dei RSU del comune di Barrafranca, imponendo all’ATI agrigentina vincitrice dell’appalto l’affitto degli spazi per il ricovero dei mezzi per 27.000 euro e facendosi pagare il “pizzo” attraverso bonifici così da giustificare i pagamenti come “regolare” canone di locazione. I Carabinieri hanno anche ricostruito vari attentanti incendiari a negozi del centro ennese, lo spaccio di droga di cui è stata ricostruita l’intera filiera.

L’indagine, infine, oltre a consentire di raccogliere ulteriori utili elementi in ordine all’omicidio di Filippo Marchì per il quale sono già a giudizio i vertici della famiglia di Pietraperzia, ha permesso di documentare come la famiglia mafiosa fosse in grado di incidere attraverso amministratori compiacenti sulle scelte del Comune di Barrafranca. E’ stata accertata infatti la diretta e fondamentale partecipazione di Giuseppe Zuccalà, Responsabile del IV Settore – Gestione del Territorio Infrastrutture e Servizi Manutentivi del Comune, nell’assegnazione di un
appalto, con il metodo dell’affidamento diretto all’imprenditore Salvatore Blasco, risultato essere in stretti rapporti con la famiglia Bevilacqua.

Sono state emesse in totale 35 ordinanze applicative della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di:

1. BEVILACQUA Raffaele
2. BEVILACQUA Flavio Alberto
3. BEVILACQUA Giuseppe Emilio
4. BELLOMO Luigia
5. BEVILACQUA Adriano Giuseppe
6. BLASCO Andrea
7. BONELLI Filippo
8. CARDINALE Davide
9. CARDINALE Domenico
10. CARDINALE Fabio
11. CUTAIA Angelo
12. FERRERI Andrea
13. FERRERI Calogero
14. FIORENZA Agatino Maxmiliam
15. LA MATTINA Davide
16. LA MATTINA Giuseppe
17. LA MATTINA Luigi Fabio
18. LA MATTINA Valentino
19. LA ROSA Dario
20. MILANO Filippo
21. MONACHINO Giovanni
22. MONACHINO Vincenzo
23. PATERNÒ Salvatore
24. PRIVITELLI Salvatore
25. RIGGI Massimo
26. RUSSO Vincenzo
27. SALVAGGIO Alessandro
28. SAL VAGGIO Salvatore
29. STRAZZANTI Giovanni
30. STRAZZANTI Salvatore
31. TASCO Sebastiano
32. TOMASELLO Mirko Filippo
33. TRUBIA Giuseppe
34. TUMMINO Angelo
35. VACCARI Salvatore Marco

Emesse inoltre 10 ordinanze applicative della custodia agli arresti domiciliari nei confronti di:
1. BEVILACQUA Maria Concetta
2. BELLOMO Abigail
3. BELLOMO Rosetta
4. BLASCO Salvatore
5. CORVO Rosario
6. CRAPANZANO Stella
7. PAGLIARO Davide
8. SANSONE Cateno
9. STRAZZANTI Giuseppina
10. ZUCCALÀ Giuseppe

E una ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere nei confronti della minorenne S.S.

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