Attacco hacker nei confronti del sistema informatico dell’Asp di Messina, l’azienda sanitaria provinciale. A confermarlo sono gli stessi vertici dell’azienda in una stringata nota. I tecnici informatici sono già al lavoro e a quanto pare tutti i dati contenuti sono stati messi in salvo. Purtroppo, però, si verificheranno dei disagi all’utenza.

“Possibili problemi”

L’Asp di Messina ha confermato che il sistema informatico dell’azienda è stato attaccato da hacker: “Questo – si legge in una nota – potrebbe causare problemi sia per i servizi interni che per servizi verso esterni. I tecnici si sono messi subito a lavoro per risolvere la questione, che tuttavia potrebbe protrarsi per alcuni giorni. L’Asp si scusa per eventuali disagi con i cittadini e assicura che quando il sistema verrà ripristinato ne sarà data immediatamente comunicazione”.

L’attacco al Comune di Alcamo

Nelle scorse settimane analogo attacco lo subì il Comune di Alcamo. Qualcuno ha provato a forzare l’ingresso all’interno dei sistemi riuscendo fortunatamente a trovare un’immediata barriera. Grazie al sistema di alert che è stata predisposto dal Comune, nel quadro delle linee guida sulla cyber sicurezza per le pubbliche amministrazioni, è stato evitato il disastro. Ad essersi accorto di quanto stava accadendo in tempo reale è stato l’esperto informatico di cui si avvale l’ente municipale alcamese. Il telefono dell’esperto, cui è collegato il sistema per ragioni di sicurezza, è suonato segnalando questa intrusione. Immediatamente sono stati staccati tutti i server e avvisato il gestore telefonico cui si avvale il Comune per gli atti consequenziali.

Gli hacker in grande attività

Il green pass resta una delle certificazioni più ambite dagli hacker. Nel 2021 sono stati 5.434 gli attacchi a sistemi informatici critici nazionali, sia pubblici che privati, gestiti dal Cnaipic, la struttura specializzata in cybersicurezza della polizia postale e delle comunicazioni, che ha diramato 110.524 alert e denunciato 187 persone. In questo contesto, l’azione della polizia postale si è diretta soprattutto alla lotta alle falsificazioni e commercializzazioni di certificati green pass illegali, sia sul clear che sul dark web. Tre, in particolare, gli ambiti di intervento. Il primo sul contrasto ai fenomeni di “sottrazione illecita dai sistemi critici di interi archivi contenenti centinaia di green pass appartenenti a cittadini italiani, certificati – sottolinea la polizia postale – che venivano rivenduti o addirittura posti a disposizione del pubblico su piattaforme di file-sharing per lo scaricamento gratuito, al fine di un successivo utilizzo illecito da parte degli acquirenti”. In secondo luogo, la lotta alle “truffe, basate sulla pubblicazione, su darkweb e canali social, di annunci fraudolenti in cui sedicenti falsari, al solo scopo di adescare le proprie vittime convincendole a rivelare i propri dati personali e a disporre pagamenti anticipati, si dichiarano in grado di fabbricare falsi green pass” (lo scorso agosto sono state denunciate quattro persone, tra cui due minorenni, e sequestrati 32 canali Telegram). Terzo ambito di intervento, il “contrasto ai fenomeni di intrusione informatica nei sistemi sanitari regionali, allo scopo di poter inserire dati relativi a vaccinazioni e tamponi mai eseguiti, finalizzati ad ottenere il rilascio di certificati green pass”.

 

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