La Prima sezione penale del Tribunale di Messina, presieduta da Letteria Silipigni, ha emesso 21 condanne e 9 assoluzioni al termine del processo, denominato Beta, per associazione mafiosa, estorsione, corruzione, trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà degli incanti, e riciclaggio. Per la Procura di Messina, gli imputati farebbero parte di una cupola mafiosa, legata al clan Santapaola, in grado di condizionare ogni attività, dai servizi di interesse pubblico al controllo sugli appalti.

Ecco le sentenze:

Giuseppe Amenta, Domenico Bertucelli,  Salvatore Boninelli, Salvatore Galvagno, Carmelo Laudani, Salvatore Piccolo, 2 anni ed 8 mesi di reclusione; Stefano Barbera e Carlo Borella, 13 anni; Raffaele Cucinotta, 9 anni; Silvia Gentile, 3 anni e 2 mesi; Guido La Vista, un anno e 3 mesi; Andrea Lo Castro, 14 anni; Franco Lo Presti, 3 anni; Fabio Lo Turco, 10 anni; Gaetano Lombardo, 3 anni e 6 mesi;  Alfonso Resciniti,  2 anni e 6 mesi; Francesco Romeo, 16 anni; Pietro e Vincenzo Santapaola, 12 anni, Ivan Soraci e Michele Spina,  12 anni ed 8 mesi;

Inoltre, Giuseppe Amenta, Stefano Barbera, Domenico Bertucelli, Salvatore Boninelli, Carlo Borella, Raffaele Cucinotta¸ Salvatore Galvagno, Silvia Gentile, Carmelo Laudani, Andrea Lo Castro, Fabio Lo Turco, Salvatore Piccolo, Pietro e Vincenzo Santapaola, Ivan Soraci, Michele Spina, Gaetano Lombardo, Francesco Romeo sono stati condannati al risarcimento in favore del Fai, federazione antiracket italiana, associazione Pio La Torre, Comune di Messina, associazione nazionale antimafia Alfredo Agosta.

Il tribunale di Messina ha condannato Carlo Borella, Andrea Lo Castro,  Fabio Lo Turco, Pietro e Vincenzo Santapaola, Ivan Soraci, Michele Spina, Francesco Romeo al risarcimento all’associazione Addiopizzo Messina. I giudici hanno disposto nei confronti di Raffaele Cucinotta la perdita del rapporto di pubblico impiego con il Comune di Messima.

Non doversi procedere per Roberto Cappuccio, difeso dagli avvocati Antonino e Bruno Leone, e Francesco Romeo per un capo di imputazione

Assolti Antonino Amato perché il fatto non costituisce reato; assolve  Bruno Calautti, Antonino Di Blasi, Paolo Lo Presti, Giovanni Marano,  Benedetto Panarello, Filippo Spadaro e Guida La Vista per non aver commesso il fatto; assolve Gaetano Lombardo perché il fatto non sussiste; Vincenzo Santapaola per non aver commesso il fatto in un altro capo di imputazione.